I tifosi del Napoli verso lo stop alle trasferte
CalcioL'osservatorio potrebbe prendere una decisione drastica. Dopo gli incidenti nelle stazioni del capoluogo campano e della Capitale il presidente De Laurentiis e Reja esprimono il loro dissapore. Indignazioni all'interno delle Istituzioni locali e nazionali
Il dispiacere di Reja e De Laurentiis - Distanza assoluta dai violenti, ma anche polemiche sulle modalità di organizzazione della trasferta in treno. Sotto shock dopo le violenze di ieri nella Stazione centrale partenopea e a Roma Termini, Napoli si interroga per cercare di capire cosa sia successo, ma respinge chi vorrebbe marchiare come violenti tutti i suoi tifosi. Non usa mezzi termini il tecnico del Napoli, Edy Reja, che pure avrebbe motivi di soddisfazione per l'ottimo pareggio maturato con la Roma. I protagonisti delle violenze sono "delinquenti che sfruttano il calcio per manifestare le proprie negatività". "Sono mortificato per quanto accaduto ed anche il risultato che abbiamo ottenuto a Roma non ha il sapore che dovrebbe avere", dice Reja. A suo giudizio "c'è stato del buonismo, nel senso che hanno aperto lo stadio e dato fiducia a queste frange di tifosi che rovinano l'immagine del calcio. Meno se ne parla, meglio è: non vale la pena nominare questi personaggi". Dalla società azzurra arriva la voce del presidente Aurelio De Laurentiis: "Sono così profondamente addolorato per gli incidenti verificatisi in stazione che non riesco a trovare le parole per rappresentare tutto quello che provo nel mio animo".
Istituzioni indignate - Il questore di Napoli, Antonino Puglisi, ha inviato un dettagliato rapporto sui fatti di ieri al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Fonti della Questura stessa evidenziano che i tifosi in partenza erano tra 1.500 e 2.000, e meno di 200 erano privi di biglietto. Il problema, si sottolinea, "è stata la scarsa disponibilità di posti a sedere". Il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, dice che "è stata data fiducia a chi non la meritava", riferendosi al via libera concesso per la trasferta. Il governatore della Campania, Antonio Bassolino, si dice vicino e solidale con i cittadini coinvolti nei fatti di ieri. Si rimette ora alla relazione di Puglisi per capire i fatti. "Certo - dice Bassolino - colpisce una contraddizione. Da una parte si legge che quando il treno è partito non c'era nulla di preoccupante, dall'altra si vedono immagini di gruppi di teppisti organizzati con mazze e bastoni alla stazione Termini, con tanti episodi gravi". Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino, sottolinea che le violenze di ieri sono un fatto "estremamente doloroso". Evidenzia la distanza tra "il risultato della squadra, cui va reso onore" e la "cattiva immagine degli sportivi napoletani" provocata da "alcune frange di agitatori". Quanto all'organizzazione della trasferta, la Iervolino afferma: "Forse avranno sottovalutato il numero dei tifosi che andavano a Roma e la loro possibile reazione".
Trasferte in bilico - Sul web s'infiamma la polemica, con i tifosi che accusano i violenti ("sono terroristi"). In città, insieme con la condanna delle violenze, c'è chi tenta di capire cosa possa aver scatenato i più esagitati, con l'ipotesi che alla base di tutto ci sia stata la pessima gestione della trasferta, in particolare l'organizzazione del viaggio in treno. Una polemica che si legge nelle dichiarazioni di rappresentanti del tifo organizzato che accusano Trenitalia ("ci hanno trattato come carne da macello"), mentre la società ricorda proprio di aver invitato i tifosi a non scegliere il treno vista la giornata di sovraffollamento annunciato. E Napoli attende per domani le decisioni che potrebbero portare a un duro giro di vite, con il possibile stop alle trasferte. "Alla fine saremo penalizzati noi, veri sportivi", dice un tifoso degli azzurri.