La proposta del presidente della Lega Calcio durante la presentazione della campagna contro la violenza negli stadi promossa dal Viminale: ''Può essere un buon rimedio per bloccare subito chi delinque''. Dall'Uefa: ''Occorrono stadi di proprietà''
Celle negli stadi - Hanno suscitato "profonda amarezza" del presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese i disordini provocati dai tifosi napoletani in occasione della prima giornata di campionato. "E' stato un tradimento, un oltraggio al nostro campionato, sono ancora profondamente toccato" dice Matarrese. Quanto alle contromisure da adottare in futuro, "siamo in Italia e quindi non si tratta di copiare il modello inglese. Lavoriamo tutti uniti contro la violenza, se necessario arrivando ad installare celle negli stadi in modo da metterci chi delinque, in caso di necessità".
Contro la violenza - Mezzo minuto, con immagini di gol spettacolari (di Rosina, Mutu e Ibrahimovic) alternate a scene di violenza dentro e fuori gli stadi. E alla fine il messaggio: "Tifosi violenti, vigliacchi all'ultimo stadio". Ecco lo spot voluto dal ministero dell'Interno per rispondere alla violenza delle tifoserie. "Stop alla violenza" lo slogan. "Recuperare i valori veri dello sport" la speranza del ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Nelle scorse settimane - ha ricordato Maroni in occasione della presentazione dell'iniziativa - abbiamo preso provvedimenti seri e duri per combattere i tifosi violenti. Il comune interesse di tutti è quello di assistere ad incontri sportivi che possano svolgersi senza che accada nulla né prima, né durante né dopo la partita". Alla presentazione dell'iniziativa, con indosso una maglia con la scritta 'stop alla violenza', era presente anche il pugile Clemente Russo, bronzo alle Olimpiadi di Pechino. "Anche quando si tirano i pugni non devono essere per violenza ma solo per sport", è stato il suo messaggio. Per chiudere, una battuta di Maroni, noto tifoso milanista: "Avevo solo una riserva - ha sorriso il ministro - abbiamo messo i colpi di alcuni fuoriclasse, c'è Ibrahimovic ma la prossima volta cercheremo di mettere anche Kakà".
Soluzione dall'Uefa - Stadi di proprietà per i club e un atteggiamento meno duro e più cooperativo da parte della polizia chiamata a operare durante gli incontri di calcio. Queste sono le misure che il massimo organismo di calcio continentale suggerisce all'Italia per affrontare in modo più efficace il fenomeno della violenza negli stadi, pur ritenendo che la strada intrapresa dal governo sia quella giusta. "Se le squadre sono proprietarie degli impianti in cui giocano avranno tutto l'interesse affinché non ci siano scontri o devastazioni - ha detto Jonathan Hill, capo dell'ufficio Uefa a Bruxelles - Se invece, come succede in Italia, gli stadi sono di proprietà dei Comuni, anche la loro corretta gestione diventa più difficile e meno conveniente per i club.
Forze dell'ordine - Un'altra cosa molto importante - ha proseguito Hill - è l'atteggiamento delle forze dell'ordine. Mi è capitato di vedere partite in Italia, in cui i tifosi della squadra ospite, appena entrati allo stadio, venivano affrontati in modo violento dalla polizia e questo non aiuta a migliorare il clima perché fa crescere la tensione. Sulle recenti misure del governo italiano in materia di lotta alla violenza in occasione degli incontri di calcio, Hill ha detto: "Non sta a me entrare nello specifico dei singoli provvedimenti, ma penso che la strada intrapresa sia quella giusta".
Contro la violenza - Mezzo minuto, con immagini di gol spettacolari (di Rosina, Mutu e Ibrahimovic) alternate a scene di violenza dentro e fuori gli stadi. E alla fine il messaggio: "Tifosi violenti, vigliacchi all'ultimo stadio". Ecco lo spot voluto dal ministero dell'Interno per rispondere alla violenza delle tifoserie. "Stop alla violenza" lo slogan. "Recuperare i valori veri dello sport" la speranza del ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Nelle scorse settimane - ha ricordato Maroni in occasione della presentazione dell'iniziativa - abbiamo preso provvedimenti seri e duri per combattere i tifosi violenti. Il comune interesse di tutti è quello di assistere ad incontri sportivi che possano svolgersi senza che accada nulla né prima, né durante né dopo la partita". Alla presentazione dell'iniziativa, con indosso una maglia con la scritta 'stop alla violenza', era presente anche il pugile Clemente Russo, bronzo alle Olimpiadi di Pechino. "Anche quando si tirano i pugni non devono essere per violenza ma solo per sport", è stato il suo messaggio. Per chiudere, una battuta di Maroni, noto tifoso milanista: "Avevo solo una riserva - ha sorriso il ministro - abbiamo messo i colpi di alcuni fuoriclasse, c'è Ibrahimovic ma la prossima volta cercheremo di mettere anche Kakà".
Soluzione dall'Uefa - Stadi di proprietà per i club e un atteggiamento meno duro e più cooperativo da parte della polizia chiamata a operare durante gli incontri di calcio. Queste sono le misure che il massimo organismo di calcio continentale suggerisce all'Italia per affrontare in modo più efficace il fenomeno della violenza negli stadi, pur ritenendo che la strada intrapresa dal governo sia quella giusta. "Se le squadre sono proprietarie degli impianti in cui giocano avranno tutto l'interesse affinché non ci siano scontri o devastazioni - ha detto Jonathan Hill, capo dell'ufficio Uefa a Bruxelles - Se invece, come succede in Italia, gli stadi sono di proprietà dei Comuni, anche la loro corretta gestione diventa più difficile e meno conveniente per i club.
Forze dell'ordine - Un'altra cosa molto importante - ha proseguito Hill - è l'atteggiamento delle forze dell'ordine. Mi è capitato di vedere partite in Italia, in cui i tifosi della squadra ospite, appena entrati allo stadio, venivano affrontati in modo violento dalla polizia e questo non aiuta a migliorare il clima perché fa crescere la tensione. Sulle recenti misure del governo italiano in materia di lotta alla violenza in occasione degli incontri di calcio, Hill ha detto: "Non sta a me entrare nello specifico dei singoli provvedimenti, ma penso che la strada intrapresa sia quella giusta".