Ibra, 27 anni da leone: mai sentito così bene

Calcio
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L'INTERVISTA. Per il suo compleanno, Zlatan si confessa: l'Inter, la famiglia, il calcio. ''Sento che ho tante responsabilità e anche l’allenatore mi dà tante responsabilità. Pallone d'Oro? Con Mourinho tutto è possibile''

L’attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky. all’interno di Special100one, la rubrica dedicata al club nerazurro in onda tutti i venerdì alle ore 18.30 (e in replica a mezzanotte), su Sky Sport 1.

Allora, oggi compi 27 anni. Sei felice?
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Il tempo va e ogni anno che passa divento più vecchio, però sono contento perché in questo periodo mi sto divertendo, con la mia famiglia e con il calcio che sto giocando tutti i giorni. Non è possibile stare meglio di come sto oggi. Sono molto felice, provo ad essere felice tutti i giorni, anche quando sono in un periodo molto difficile, provo a star bene. E quando una persona è contenta si vede".

Secondo te la famiglia può essere un vantaggio?
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Secondo me la famiglia è un vantaggio, perché così non pensi solo al calcio. Tutti i giorni faccio allenamento, tutti i week end ho le partite e anche a metà settimana c’è una partita. E’ bello, quindi, stare con la famiglia, mettere il calcio da parte qualche volta, perché poi sei anche più rilassato quando arrivi per fare allenamento o per giocare la partita".

Che regalo vorresti per il compleanno?
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Oggi voglio stare  solo con la famiglia, con il mio bimbo, il mio cane, mia moglie. È il più bel regalo che posso avere e desiderare".

Sul periodo in cui eri infortunato...
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Il fatto di allenarsi in maniera defilata e non con la squadra mi faceva star male. Io andavo in palestra e la squadra faceva allenamento. Loro giocavano la domenica e io facevo palestra o qualcos’altro. Questo, purtroppo, durante la carriera succede. Quando sei infortunato, per recuperare, devi fare allenamento individuale per stare bene. Il mio calcio non è così: quando sei infortunato per tanto tempo è difficile e pesante. Tutto può succedere, ma ho detto subito che non dovevo pensare al mio ginocchio: più pensi a queste cose, più possono succedere. Quando vado in campo per l’allenamento, o per la partita non penso al mio ginocchio. So che se sto bene posso fare grandi cose. Prima dell’infortunio, avevo tanta fiducia in me, avevo una famiglia dietro che mi dava tanta fiducia. Dicevo: devo tornare più forte. Questo è importante per un giocatore: quando si ha intorno un’atmosfera molto positiva, poi diventa più facile andare in campo. Se stai bene fuori dal campo, stai bene anche in campo".

Senti di avere tante responsabilità?
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Sento che ho tante responsabilità e anche l’allenatore mi dà tante responsabilità. E questa è una cosa che mi piace. Per vincere la Champions non serve Ibra al 100%, perché tutta la squadra deve stare bene e devi avere anche un po’ di fortuna. Poi, se io faccio gol o assist, per me non è importante, perché l’importante è solo vincere".

Ti senti il leader delle squadra?
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Mi sento tante responsabilità, questo sì, devo dare tante risposte a compagni e tifosi, ma non mi sento leader, perché abbiamo il capitano e lui deve essere il leader".

Su Mourinho.
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Mi ha dato fiducia e libertà in campo, quello che mi serve per giocare con le mie qualità. Secondo me sa quello che deve fare per avere il massimo dai suoi giocatori. Quando vede un giocatore, sa quello che deve fare: per questo, ho detto che è il più completo di tutti gli allenatori che ho avuto".

Su Roberto Mancini.
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Adesso è molto diverso dall’anno scorso, abbiamo un altro sistema di gioco, un altro allenatore con una sua filosofia. Tutta la squadra sta facendo allenamenti diversi, poi alla fine dipende da chi vince e chi non vince".

Cosa pensi di Adriano?
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Sono molto contento per Adriano, perché è un giocatore che mi piace tanto, mi piace il suo stile, come gioca e come persona. Poi, come giocatore è uno dei più forti del mondo: è bello giocare al suo fianco, perché mi da’ tanto spazio e poi i difensori hanno paura di lui. Tutti provano ad aspettare me e poi, quando Adriano entra, i difensori non sanno chi devono prendere".

E di Amantino Mancini?
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I giocatori di alto livello si capiscono subito, non ci vuole tempo, è automatico. Ci sono voluti due giorni per capire che è un bravo giocatore".

Credi di poter essere il prossimo Pallone d’Oro?
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Questa è una cosa che devono dire gli altri, non io. Ho fiducia in me stesso, conosco le mie qualità, so di essere ad un livello molto alto, però non voglio dire che sono il numero 1, 2 o 3, non è il mio stile. A me piace quando parlano gli altri. Dobbiamo continuare come abbiamo fatto fino ad ora, magari vincendo qualche trofeo. Però, devi fare tanto lavoro per vincere gli obiettivi. Poi con the Special One tutto può succedere..".