Si proverà ad individuarli anche attraverso alcuni filmati. L'aggressione avvenuta fuori dal Dall'Ara non ha comportato gravi conseguenze al modenese di 44 anni colpito alla testa qualche minuto prima della fine della gara. La moglie: "Come con Raciti"
Dopo l'aggressione - Sarebbero tre ultras, secondo la prima ricostruzione della Questura, gli autori dell'aggressione al tifoso della Juventus, M.D.V., modenese di 44 anni, colpito alla testa nei pressi dello stadio Dall'Ara, dopo la partita vinta dai bianconeri per 2-1. L'uomo era andato a vedere l'incontro insieme al figlio sedicenne e a un amico del ragazzo, anch'egli di 16 anni. I tre sono usciti dall'area distinti dello stadio qualche minuto prima della fine della gara, incamminandosi verso via della Certosa, per recuperare l'auto e tornare a Modena. A scatenare la reazione degli aggressori è stata la sciarpa bianconera indossata dal figlio del quarantaquattrenne. "Togliti quella sciarpa", gli ha gridato uno degli ultras, che impugnava una bandiera del Bologna.
La ricostruzione dei fatti - Alla risposta negativa del ragazzo lo ha minacciato: "Ora ci penso io". Poco dopo sono comparsi altri due giovani, intervenuti a breve distanza di tempo. Prima uno ha strappato la sciarpa dal collo del sedicenne, ed e' stato inseguito e bloccato dal padre. Poco dopo un terzo ultras ha aggredito l'uomo alle spalle, colpendolo alla fronte con una pietra. Gli investigatori della Digos e il Pm Lucia Musti hanno avviato le indagini per identificare gli autori del fatto. Ai due sedicenni, per ora unici testimoni, verranno anche mostrati i filmati delle telecamere interne del Dall'Ara, per verificare se tra gli ultras nella curva fossero presenti gli aggressori.
Come con Raciti - "Da Raciti in poi non e' cambiato niente". La moglia del tifoso bianconero ferito a ha fatto un parallelo con la vicenda dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, rimasto ucciso durante gli scontri di Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. La donna, col figlio sedicenne al quale gli ultras che hanno aggredito il padre hanno cercato di strappare la sciarpa bianconera, ha fatto visita al coniuge nel reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore. "Si sta svegliando, siamo più tranquilli ora", ha detto, spiegando anche che con il colpo di pietra ha subito anche la perdita di alcuni denti e una microfrattura alla zona superiore del cranio.
La ricostruzione dei fatti - Alla risposta negativa del ragazzo lo ha minacciato: "Ora ci penso io". Poco dopo sono comparsi altri due giovani, intervenuti a breve distanza di tempo. Prima uno ha strappato la sciarpa dal collo del sedicenne, ed e' stato inseguito e bloccato dal padre. Poco dopo un terzo ultras ha aggredito l'uomo alle spalle, colpendolo alla fronte con una pietra. Gli investigatori della Digos e il Pm Lucia Musti hanno avviato le indagini per identificare gli autori del fatto. Ai due sedicenni, per ora unici testimoni, verranno anche mostrati i filmati delle telecamere interne del Dall'Ara, per verificare se tra gli ultras nella curva fossero presenti gli aggressori.
Come con Raciti - "Da Raciti in poi non e' cambiato niente". La moglia del tifoso bianconero ferito a ha fatto un parallelo con la vicenda dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, rimasto ucciso durante gli scontri di Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. La donna, col figlio sedicenne al quale gli ultras che hanno aggredito il padre hanno cercato di strappare la sciarpa bianconera, ha fatto visita al coniuge nel reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore. "Si sta svegliando, siamo più tranquilli ora", ha detto, spiegando anche che con il colpo di pietra ha subito anche la perdita di alcuni denti e una microfrattura alla zona superiore del cranio.