Allenatore, mestiere difficile e nervi tesissimi

Calcio
José Mourinho dopo il gol di Cruz, che in pieno recupero ha regalato i tre punti all'Inter contro l'Udinese
mourinho_inter_udinese_548x345

Mourinho, Prandelli, Zenga, Di Carlo: una giornata abbastanza isterica in serie A. Perché se vivi su una panchina importante in una domenica complicata per la tua squadra, puoi perdere la serenità

Mestiere difficile quello dell'allenatore. Che forse non nuoce alla salute, ma che come minimo rischia di far perdere la serenità. Soprattutto se vivi su una panchina importante in una domenica complicata per la tua squadra.

Come Mourinho. Che soffre, si agita, ascolta e vince. Ma comunque perde la tranquillità… (Lei non è mio amico... dice a Mario Sconcerti). Il bisogno di avere nemici immaginari magari aiuta ad andare avanti. O forse dà la carica e fa reggere meglio la pressione. Che se sei un allenatore avverti per forza.

Anche uno calmo come Prandelli lo sa bene (A Firenze vogliono vincere sempre, se sopporti questa tensione, cresci...). Chissà se crescerà Zenga, perché lui la tensione di certo la sopporta. Anche se la domanda che si pone, e il dubbio che fa venire in questo caso, è se qualcuno piuttosto non sopporti più lui.. (se qualcuno non mi vuole…). Zenga non se ne andrà perché sarebbe una follia per il Catania.

Di Carlo invece è appena arrivato al Chievo e gli è bastata una partita per arrabbiarsi con l'arbitro (Gli episodi sono stati tutti sfavorevoli al Chievo e favorevoli alla Juventus…). Il suo esordio al Bentegodi poteva andare meglio, ma si consoli, quello in serie a era andato molto peggio. Dalla scenetta con Silvio Baldini in Parma-Catania è passato più di un anno, non il nervosismo di chi siede in panchina. Allora forse l'idea migliore alla fine ce l'ha avuta proprio Mourinho. Meglio il silenzio. Fino alla prossima giornata difficile di questo mestiere difficile.