Ecco il paradosso Milan: il miglior attacco è la difesa
CalcioLa formazione di Ancelotti va al contrario rispetto alle aspettative di inizio campionato. La retroguardia, data per bollita, sta tenendo un ottimo rendimento. L'attacco stenta, eccetto Ronaldinho che per molti era solo un'operazione di marketing
Provate a ripensare a questa estate, sotto l'ombrellone: leggete un titolo che dice "La difesa del Milan non prende gol, ma l'attacco ogni tanto stenta". Effetti del troppo sole, avreste pensato, eppure è tutto vero. Sono i paradossi di un Milan che va al contrario rispetto alle previsioni. La difesa, ad esempio: si diceva che fosse vecchia e da cambiare, eppure la retroguardia dei Maldini e dei Favalli, senza Nesta ma con un Bonera da nazionale, è la seconda del campionato con 8 gol subiti in 12 partite. E sarebbe di gran lunga la migliore senza i 4 presi nelle prime due giornate, contro Bologna e Genoa. Significa che nelle successive 10 il Milan ne ha subiti soltanto quattro, due nelle ultime otto, nessuno ha fatto meglio.
Altro paradosso, l'attacco: quello che secondo qualcuno era solo un'operazione di marketing, Ronaldinho, è il capocannoniere del Milan con 5 reti. Uno in più di Kakà, che è ancora lontano da quello delle scorse stagioni. Un po' come Pato, impiegato a singhiozzo, e Borriello, che gioca per la squadra ma segna poco, un gol solo contro i sei al Genoa un anno fa dopo 12 giornate. Così, quello che doveva essere il fiore all'occhiello è soltanto il quinto attacco della Serie A, che diventa il settimo togliendo i rigori, quattro, tutti contestati e contestabili.
Qualcuno lo definisce un Milan "quadrato", con un suo equilibrio. Qualcuno dice anche che è così da quando non c'è Pirlo. Altro paradosso: chi avrebbe mai detto che il Milan avrebbe riconquistato la vetta senza Pirlo, l'insostituibile Pirlo. L'unico non paradosso è il secondo posto in classifica: l'anno scorso a questo punto il Milan aveva già 11 punti in meno dell'Inter. Adesso, invece, è lassù, esattamente quello che tutti si aspettavano questa estate sotto l'ombrellone. Anche se, per ora, il migliore attacco è la difesa.
Altro paradosso, l'attacco: quello che secondo qualcuno era solo un'operazione di marketing, Ronaldinho, è il capocannoniere del Milan con 5 reti. Uno in più di Kakà, che è ancora lontano da quello delle scorse stagioni. Un po' come Pato, impiegato a singhiozzo, e Borriello, che gioca per la squadra ma segna poco, un gol solo contro i sei al Genoa un anno fa dopo 12 giornate. Così, quello che doveva essere il fiore all'occhiello è soltanto il quinto attacco della Serie A, che diventa il settimo togliendo i rigori, quattro, tutti contestati e contestabili.
Qualcuno lo definisce un Milan "quadrato", con un suo equilibrio. Qualcuno dice anche che è così da quando non c'è Pirlo. Altro paradosso: chi avrebbe mai detto che il Milan avrebbe riconquistato la vetta senza Pirlo, l'insostituibile Pirlo. L'unico non paradosso è il secondo posto in classifica: l'anno scorso a questo punto il Milan aveva già 11 punti in meno dell'Inter. Adesso, invece, è lassù, esattamente quello che tutti si aspettavano questa estate sotto l'ombrellone. Anche se, per ora, il migliore attacco è la difesa.