Il Milan travolto, è la Juventus l'anti-Inter
CalcioSERIE A 16A. I bianconeri vincono per 4-2 e volano al secondo posto solitario in classifica. Apre Del Piero, pareggia Pato, la doppietta di Amauri e Chiellini chiudono i conti. Inutile il gol di Ambrosini
JUVENTUS-MILAN 4-2
16' Del Piero, 31' Pato, 34' Chiellini, 41' e 69' Amauri, 56' Ambrosini
Guarda la cronaca del match
Era stata presentata come la partita degli uomini da leggenda, di leggendario, stasera, c'è stata solo una Juventus straordinaria che ha mostrato cosa significa avere fame di successi. Grinta, determinazione, classe, forza fisica e compattezza di squadra: una lezione dalla quale il Milan dovrà imparare e meditare per il futuro. Che non sarebbe stata una gara decisiva in termini di classifica lo si era detto alla vigilia, tutt'altro il giudizio sotto il profilo di un gioco, esistente solo a tratti nella formazione di Carlo Ancelotti, una costante per gli interi 90' nella Juventus. Probabile che la differenza, a un certo punto l'abbiano fatta gli episodi, come l'espulsione di Zambrotta a metà ripresa, doveroso rimarcare come la Juve abbia legittimato una vittoria che, alla fine, sarebbe potuta anche trasformarsi in vera e propria goleada.
Un Milan partito con il piglio della grande squadra ma ridimensionato immediatamente dal rigore procurato e trasformato da Del Piero (in fuorigioco sul lancio in area), tornato prepotentemente in gara una prima volta con la zampata di Pato e messo nuovamente a tacere attraverso una delle sue pecche più grandi, i calci piazzati: colpo di testa di Chiellini e 2-1. Solo il preludio all'ennesima distrazione difensiva rossonera giunta a 4' dal termine del primo tempo con Amauri tutto solo a infilare la palla del 3-1.
Cambio tattico con l'inserimento di Shevchenko al posto di Emerson e piccoli segnali di ripresa per la formazione di Ancelotti culminati nel gol di Ambrosini, (complice la deviazione di Marchionni) a riaprire le speranze. Fatica andata in fumo a causa dell'entrata kamikaze di Zambrotta su De Ceglie: secondo giallo ed espulsione. In difficoltà fisica, tecnica e tattica il Milan ha accusato lo strapotere di una Juve che ha calato il poker ancora con il suo bomber di razza Amauri, proprio ciò che è mancato al Milan apparso incapace di concretizzare la mole di gioco prodotta. Alla fine la Juventus ha meritato ampiamente il successo e si propone come l'anti-Inter per eccellenza riproponendo un duello dai rancori antichi.
Al Milan il compito di leccarsi le profonde ferite e meditare sulle pecche, specie difensive, che caratterizzano da troppo tempo la formazione di Ancelotti. Valga come attenuante l'assenza di Kakà, doveroso trovare soluzioni alternative.
16' Del Piero, 31' Pato, 34' Chiellini, 41' e 69' Amauri, 56' Ambrosini
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Era stata presentata come la partita degli uomini da leggenda, di leggendario, stasera, c'è stata solo una Juventus straordinaria che ha mostrato cosa significa avere fame di successi. Grinta, determinazione, classe, forza fisica e compattezza di squadra: una lezione dalla quale il Milan dovrà imparare e meditare per il futuro. Che non sarebbe stata una gara decisiva in termini di classifica lo si era detto alla vigilia, tutt'altro il giudizio sotto il profilo di un gioco, esistente solo a tratti nella formazione di Carlo Ancelotti, una costante per gli interi 90' nella Juventus. Probabile che la differenza, a un certo punto l'abbiano fatta gli episodi, come l'espulsione di Zambrotta a metà ripresa, doveroso rimarcare come la Juve abbia legittimato una vittoria che, alla fine, sarebbe potuta anche trasformarsi in vera e propria goleada.
Un Milan partito con il piglio della grande squadra ma ridimensionato immediatamente dal rigore procurato e trasformato da Del Piero (in fuorigioco sul lancio in area), tornato prepotentemente in gara una prima volta con la zampata di Pato e messo nuovamente a tacere attraverso una delle sue pecche più grandi, i calci piazzati: colpo di testa di Chiellini e 2-1. Solo il preludio all'ennesima distrazione difensiva rossonera giunta a 4' dal termine del primo tempo con Amauri tutto solo a infilare la palla del 3-1.
Cambio tattico con l'inserimento di Shevchenko al posto di Emerson e piccoli segnali di ripresa per la formazione di Ancelotti culminati nel gol di Ambrosini, (complice la deviazione di Marchionni) a riaprire le speranze. Fatica andata in fumo a causa dell'entrata kamikaze di Zambrotta su De Ceglie: secondo giallo ed espulsione. In difficoltà fisica, tecnica e tattica il Milan ha accusato lo strapotere di una Juve che ha calato il poker ancora con il suo bomber di razza Amauri, proprio ciò che è mancato al Milan apparso incapace di concretizzare la mole di gioco prodotta. Alla fine la Juventus ha meritato ampiamente il successo e si propone come l'anti-Inter per eccellenza riproponendo un duello dai rancori antichi.
Al Milan il compito di leccarsi le profonde ferite e meditare sulle pecche, specie difensive, che caratterizzano da troppo tempo la formazione di Ancelotti. Valga come attenuante l'assenza di Kakà, doveroso trovare soluzioni alternative.