Mihajlovic, schiaffo a Totti: "Per me non esiste"
CalcioAlla vigilia del suo ritorno all'Olimpico da allenatore per gli ottavi di Coppa Italia, il tecnico del Bologna si scaglia contro il simbolo della Roma: "Gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d'addio al calcio"
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Alla vigilia del ritorno di Mihajlovic all'Olimpico da allenatore, il tecnico del Bologna ha lanciato una polemica contro i suoi grandi avversari. Andando a colpire proprio il simbolo dei suoi 'cari nemici' romanisti. "Totti per me non esiste più - ha spiegato - gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d'addio al calcio".
Dopo che sabato aveva attaccato l'allenatore dell'Inter Mourinho, stavolta Mihajlovic si è scagliato contro il capitano dei giallorossi, che domani sera incontrerà con il suo Bologna negli ottavi di Coppa Italia. "Totti - ha raccontato - praticamente l'ho fatto esordire io. Ne parlai con Boskov prima di un Brescia-Roma e gli dissi di portarlo dopo averlo visto giocare con la Primavera. Vincemmo 2-0 con un mio gol e uno di Caniggia e negli ultimi 15 minuti dissi a Boskov di farlo entrare. Ero in buoni rapporti con lui fino a un anno fa, ma non si è comportato bene quando feci la partita d'addio, perché mi disse che sarebbe venuto e invece non lo fece. Quando la partita si stava avvicinando lo chiamai per avere la conferma e non rispose mai al cellulare, poi seppi che si era impegnato per giocare un'altra partita. Non ha rispettato la parola e per me non esiste più: gli ho tolto il saluto".
A proposito dei suoi rapporti con la tifoseria laziale, Mihajlovic ha raccontato la sua verità sul famigerato striscione ('Onore alla tigre Arkan') esposto dagli Irriducibili dopo la morte del controverso leader paramilitare serbo. "Sapevo che lo avrebbero esposto - ha raccontato Mihajlovic che conosceva bene Arkan - ma non glielo chiesi io. Avvisai la società e i tifosi e mi dissero che non lo avrebbero esposto, invece lo misero lo stesso. Io dissi che non c'entravo, invece loro aspettavano che dicessi che glielo avevo chiesto".
Alla vigilia del ritorno di Mihajlovic all'Olimpico da allenatore, il tecnico del Bologna ha lanciato una polemica contro i suoi grandi avversari. Andando a colpire proprio il simbolo dei suoi 'cari nemici' romanisti. "Totti per me non esiste più - ha spiegato - gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d'addio al calcio".
Dopo che sabato aveva attaccato l'allenatore dell'Inter Mourinho, stavolta Mihajlovic si è scagliato contro il capitano dei giallorossi, che domani sera incontrerà con il suo Bologna negli ottavi di Coppa Italia. "Totti - ha raccontato - praticamente l'ho fatto esordire io. Ne parlai con Boskov prima di un Brescia-Roma e gli dissi di portarlo dopo averlo visto giocare con la Primavera. Vincemmo 2-0 con un mio gol e uno di Caniggia e negli ultimi 15 minuti dissi a Boskov di farlo entrare. Ero in buoni rapporti con lui fino a un anno fa, ma non si è comportato bene quando feci la partita d'addio, perché mi disse che sarebbe venuto e invece non lo fece. Quando la partita si stava avvicinando lo chiamai per avere la conferma e non rispose mai al cellulare, poi seppi che si era impegnato per giocare un'altra partita. Non ha rispettato la parola e per me non esiste più: gli ho tolto il saluto".
A proposito dei suoi rapporti con la tifoseria laziale, Mihajlovic ha raccontato la sua verità sul famigerato striscione ('Onore alla tigre Arkan') esposto dagli Irriducibili dopo la morte del controverso leader paramilitare serbo. "Sapevo che lo avrebbero esposto - ha raccontato Mihajlovic che conosceva bene Arkan - ma non glielo chiesi io. Avvisai la società e i tifosi e mi dissero che non lo avrebbero esposto, invece lo misero lo stesso. Io dissi che non c'entravo, invece loro aspettavano che dicessi che glielo avevo chiesto".