Spalletti: Catania come l'Arsenal. Zenga: Vogliamo vincere

Calcio
Matias Silvestre e Mirko Vucinic in un constrasto aereo
silvestre_vucinic_548

Così i due allenatori alla vigilia della gara di domenica al "Massimino". L'ultima sfida della scorsa stagione andò ai siciliani e per i giallorossi sfumarono le ultime speranze di strappare lo scudetto all'Inter

INTERVIENI NEI FORUM DELLA SERIE A

QUI ROMA
Dici Catania e pensi al 7-0 di due anni fa. Mai troppo lontano per essere dimenticato. Stavolta la Roma però giocherà al Massimino e sarà una partita delicata. Perchè i giallorossi non sono più gli stessi, e soprattutto sono cambiati i siciliani. Per non parlare dell'atmosfera del Massimino. "Il Catania è una squadra che gioca bene a calcio- spiega Luciano Spalletti- e soprattutto in casa ha fatto la sua bellissima classifica, ha un punto meno di noi. Sara' una partita difficile. Poi hanno un pubblico particolarmente caloroso, vicino alla squadra. Talmente vicino che l'anno scorso sembrava che giocassero anche loro... E' questa e' una cosa che assolutamente non deve succedere".

E se dici Catania nel 2008 pensi anche a quei lunghissimi minuti nell'ultima partita dello scorso campionato. Minuti interminabili e bellissimi, in cui la Roma è stata campione d'Italia prima che l'Inter sfoderasse il colpo del ko. Impossibile anche per il Catania dimenticare però quell'umiliazione dei sette gol incassati, facile immaginare che l'atmosfera non sarà delle più serene, nonostante il tempo trascorso. "Noi dobbiamo solo dare valore alle squadre in campo.

Almeno nelle intenzioni", taglia corto il tecnico della Roma, che poi prende l'occasione per tracciare un primo bilancio dell'annata giallorossa. "Una stagione importante per la Roma, preziosa. Sia per noi stessi che per la citta'. E Le cose preziose si tengono vicine, si nascondono e si tutelano". Dopo ventiquattro ore, il sorteggio della Champions League tiene ancora banco: inutile nascondere che l'Arsenal fa sorgere più di una preoccupazione, anche se Spalletti non è convinto. Per lui i giocatori si sono fatti condizionare dall'ambiente. "Io glielo avevo detto (a Bruno Conti, che ha pescato la pallina incriminata, ndr): 'Prendila buona perchè bisogna fare bella figura'. E devo dire che lui e' stato bravo, ha fatto la scelta giusta. Poi è stato carino, mi ha telefonato, quasi facendo capire che proprio l'Arsenal... Ma io dico che va bene per le motivazioni. Dire che i giocatori sono preoccupati è una frase sbagliata, c'è stata qualche smorfia di disapprovazione, ma questo perchè tutti si erano espressi nel dire che era meglio non affrontare l'Arsenal e quindi ci siamo fatti coinvolgere anche noi. Ma per arrivare in fondo non bisogna vincere solo con l'Arsenal... ". E di sicuro per sfidare gli inglesi ci sarà tempo, la fine di febbraio è ancora lontana. Piuttosto, "il nostro Arsenal adesso è il Catania", fa sapere il tecnico.

QUI CATANIA
"Non penso più di tanto al fatto che veniamo da due sconfitte fuori casa, dico che domenica c'è la voglia di chiudere bene l'anno. Non guardiamo tanto all'avversario che abbiamo di fronte è una partita di calcio. Noi abbiamo le nostre qualità e faremo di tutto per vincere la partita". Walter Zenga ha voglia di riscatto, anche se l'avversario di domani si chiama Roma e anche se la squadra di Spalletti sta attraversando un grande momento. "Non mi interessa capire chi tra noi e loro sta bene o chi sta peggio, perchè i momenti delle squadre sono relativi alle partite. La Roma è una squadra molto importante che ha sempre giocato bene, quindi è una squadra che deve essere assolutamente rispettata come sono state rispettate tutte le squadre che abbiamo affrontato fino ad ora". Zenga aggiunge "domani affrontiamo una squadra, che ha un allenatore che ho preso come mio personale punto di riferimento. Gia' quando io giocavo a Padova e lui allenava l'Empoli, la sua squadra esprimeva un grande calcio e io mi sono sempre riferito a lui. Ha fatto di una squadra in questi anni l'esempio di come si può giocare bene senza attaccanti di ruolo, avendo avuto la genialità di impostare il gioco con Totti finto centravanti e altri interpreti straordinari finendo per fare tantissimi gol. Questa è la bravura dell'allenatore, poi c'è quella dei giocatori, ma è chiaro che ogni squadra ha dei difetti pero' sarebbe riduttivo da parte nostra concentrarsi su un'unica situazione".