Beckham affila i tacchetti: "Sono pronto per la Roma"
CalcioLo Spice Boy è l'uomo più atteso a Dubai e spera nell'esordio già alla ripresa del campionato. Seedorf scherza: "E' deludente e affaticato, ma è interessante vedere cosa ha fatto in carriera". Ancelotti: "Cinque stelle? Ho il dovere di provarci"
Beckham show. In attesa di vederlo in campo, magari già contro la Roma, e in tv, conteso tra Sanremo e il GF9, l'inglese è stato il grande protagonista della festa organizzata dall'Adidas all'Hotel Intercontinental Dubai Festival City. "Non si tratta di giocare una partita, ma di giocare bene quando sarò chiamato a farlo - ha esordito - Se Ancelotti vuole, io sono sempre disponibile quando si tratta di giocare a calcio. Nella mia vita non ho mai pensato di non poter cominciare una partita e spero di essere pronto per Roma-Milan anche se credo di dover lavorare ancora molto".
"Sono fortunato e privilegiato nell'essere immerso in questa realtà - ha continuato - un calcio per me sconosciuto e affascinante. E' un'opportunità che voglio sfruttare al massimo, sono molto concentrato per sfruttarla al meglio. Qui al Milan, poi, c'è un modo di fare diverso da tutte le altre squadre in cui sono stato, i metodi di lavoro sono tanto duri quanto interessanti. Sono molto felice di aver fatto questa scelta". Starà a Milano da solo e comunque solo per i due mesi patteggiati con i Los Angeles Galaxy. "Victoria e i miei figli non mi seguiranno a Milano, verranno a trovarmi di tanto in tanto. I miei bambini hanno la necessità di proseguire il loro compito di studenti a Los Angeles, come io devo occuparmi del mio mestiere che amo e a cui tengo".
"Sono abituato a ponderare le mie scelte a fondo - ha poi aggiunto - quindi quando due anni fa ho lasciato Madrid per Los Angeles ci ho pensato bene. Non amo pentirmi di questo". Quindi, il 9 marzo il ritorno negli States. All'appuntamento con lo sponsor tecnico, presenti anche Galliani, Ancelotti, Kakà e Seedorf. L'olandese, alla millesima domanda su come lo vedete, come lo vivete, che impressione vi ha fatto Beckham, ha risposto ironico: "Deludente, fa fatica, non capisce niente, non è granchè né come calciatore né come uomo. Però è interessante vedere quello che ha costruito nella sua carriera". Risata generale.
Poi è stato il turno di Kakà. E anche a lui hanno chiesto di Beckham, se non sia infastidito per il proscenio dedicato allo Spice: "Venerdì ho parlato con la stampa italiana, sabato con quella araba, credo sia normale che nessuno oggi abbia domande da fare a me...", ha detto accennando un sorriso. Poi ancora a Kakà: è tornato, Sheva, è arrivato Ronaldinho, ora Beckham, non si sente detronizzato? "Qui non esistono gelosie di nessun tipo, ogni volta che arriva un grande giocatore viene accolto per quello che può darci. Io nella mia carriera ho degli obiettivi personali, prima però vengono quelli della squadra senza i quali non arriverò da nessuna parte".
Parola ad Ancelotti: "Pirlo, Beckham, Seedorf, Kakà, Ronaldinho e una punta? Non è utopia né fantacalcio - ha rilanciato il tecnico rossonero - ho il dovere di provarci perché queste sfide mi stimolano e perché la mia avventura da allenatore in questa società è incominciata con la convivenza di tante stelle, tanti campioni nella stessa squadra. Ci vuole un po' di sacrificio da parte di tutti, mi pare che anche loro abbiano voglia almeno di provarci". Conclusione affidata al protagonista di giornata, Beckham: "Io voglio giocare ancora con la mia nazionale, voglio restare un calciatore importante e approfittare pienamente di questi due mesi con il club più famoso del mondo". Galliani, all'altro capo del tavolo, ha sorriso soddisfatto.
"Sono fortunato e privilegiato nell'essere immerso in questa realtà - ha continuato - un calcio per me sconosciuto e affascinante. E' un'opportunità che voglio sfruttare al massimo, sono molto concentrato per sfruttarla al meglio. Qui al Milan, poi, c'è un modo di fare diverso da tutte le altre squadre in cui sono stato, i metodi di lavoro sono tanto duri quanto interessanti. Sono molto felice di aver fatto questa scelta". Starà a Milano da solo e comunque solo per i due mesi patteggiati con i Los Angeles Galaxy. "Victoria e i miei figli non mi seguiranno a Milano, verranno a trovarmi di tanto in tanto. I miei bambini hanno la necessità di proseguire il loro compito di studenti a Los Angeles, come io devo occuparmi del mio mestiere che amo e a cui tengo".
"Sono abituato a ponderare le mie scelte a fondo - ha poi aggiunto - quindi quando due anni fa ho lasciato Madrid per Los Angeles ci ho pensato bene. Non amo pentirmi di questo". Quindi, il 9 marzo il ritorno negli States. All'appuntamento con lo sponsor tecnico, presenti anche Galliani, Ancelotti, Kakà e Seedorf. L'olandese, alla millesima domanda su come lo vedete, come lo vivete, che impressione vi ha fatto Beckham, ha risposto ironico: "Deludente, fa fatica, non capisce niente, non è granchè né come calciatore né come uomo. Però è interessante vedere quello che ha costruito nella sua carriera". Risata generale.
Poi è stato il turno di Kakà. E anche a lui hanno chiesto di Beckham, se non sia infastidito per il proscenio dedicato allo Spice: "Venerdì ho parlato con la stampa italiana, sabato con quella araba, credo sia normale che nessuno oggi abbia domande da fare a me...", ha detto accennando un sorriso. Poi ancora a Kakà: è tornato, Sheva, è arrivato Ronaldinho, ora Beckham, non si sente detronizzato? "Qui non esistono gelosie di nessun tipo, ogni volta che arriva un grande giocatore viene accolto per quello che può darci. Io nella mia carriera ho degli obiettivi personali, prima però vengono quelli della squadra senza i quali non arriverò da nessuna parte".
Parola ad Ancelotti: "Pirlo, Beckham, Seedorf, Kakà, Ronaldinho e una punta? Non è utopia né fantacalcio - ha rilanciato il tecnico rossonero - ho il dovere di provarci perché queste sfide mi stimolano e perché la mia avventura da allenatore in questa società è incominciata con la convivenza di tante stelle, tanti campioni nella stessa squadra. Ci vuole un po' di sacrificio da parte di tutti, mi pare che anche loro abbiano voglia almeno di provarci". Conclusione affidata al protagonista di giornata, Beckham: "Io voglio giocare ancora con la mia nazionale, voglio restare un calciatore importante e approfittare pienamente di questi due mesi con il club più famoso del mondo". Galliani, all'altro capo del tavolo, ha sorriso soddisfatto.