Maradona alla Pinetina: ''Moratti è il mio Presidente''
CalcioIl Pibe de Oro, a Milano in occasione della partita Inter-Genoa di Coppa Italia, ha incontrato lo Special One (''Per me è il migliore'') e ha parlato di Moratti: "Con lui presidente avrei giocato nell'Inter''
Desiderio esaudito. Alla vigilia della partita col Cagliari, José Mourinho si era ripromesso di chiedere a Diego Armando Maradona un autografo per il figlio al momento del loro incontro. Il ct dell'Argentina ha fatto visita all'Inter ad Appiano Gentile e nell'occasione ha firmato un autografo al tecnico portoghese, che in cambio gli ha regalato una felpa personalizzata.
Il portoghese e Maradona si rivedranno stasera al termine di Inter-Genoa, gara degli ottavi di finale della Tim Cup 2008-2009. "Ci rivediamo stasera allo stadio", dice Diego. "Ti aspetto: la porta per te è sempre aperta", saluta José. Si sono lasciati così, attorno alle 15.30, Maradona e Mourinho alla Pinetina dopo il loro incontro.
Prima di far rientro a Milano, il ct dell'Argentina ha rilasciato una intervista a Inter Channel.
- L'Inter è uno dei club con più argentini nella storia. Ben trentacinque hanno vestito la maglia nerazzurra, sei fanno parte della rosa attuale. Anche per questo è voluto venire a trovare l'Inter?
"Prima di tutto ringrazio Massimo Moratti, che in Italia è senza dubbio il mio presidente. È un uomo squisito e ha portato in alto l'Inter. Poi quest'estate ha preso Mourinho, l'allenatore che io avrei preso senza dubbio se fossi stato il presidente di qualche società. È stato il miglior acquisto possibile, l'ho anche detto a Moratti quando ne ho avuto l'occasione. José ha tutto: sa parlare ai giocatori, alla stampa, allo spogliatoio. Per me è il migliore".
- Con Massimo Moratti presidente, se ce ne fosse stata l'opportunità, Maradona avrebbe giocato nell'Inter?
"Senza dubbio sì. Sicuramente: con tutto il rispetto che ho per i tifosi napoletani, che sono sempre e resteranno per sempre nel mio cuore, credo che con Moratti presidente sarei stato un giocatore dell'Inter".
- Rispetto a quando giocava Maradona tante cose sono cambiate. Però il campionato italiano è sempre pieno di calciatori argentini...
"Noi argentini siamo figli di emigranti italiani e spagnoli. Ma credo che la differenza nasce dal fatto che in Italia ci siamo sempre trovati meglio che in Spagna. Anche la mia storia personale è stato così: a Barcellona ho fatto molta fatica ad ambientarmi, a Napoli invece mi sono inserito subito. Senza problemi".
- Meglio la vita da calciatore o quella del ct?
"Per me allenare non è un problema. Nessuno può dimenticare quella che è stata la mia storia, nessuno può cancellarla. Però ho una grandissima squadra: i calciatori giocano tutti bene, quindi bisogna lavorare sulla testa. E credo di essere in grado di mettere la testa di ogni giocatore a posto perché facciano bene per l'Argentina".
- In Argentina si cerca sempre e ancora il nuovo Maradona. Ora tutti dicono che è Lionel Messi. "Magari... Vorrei che Leo diventasse ancora più forte di me: ne guadagneremmo tutti. Il calcio argentino, la Nazionale e quindi anch'io in qualità di commissario tecnico. Per questo mi piacerebbe non che Messi diventasse il nuovo Maradona, ma che fosse ancora meglio di Maradona".
- Stasera sarà al "Meazza" per Inter-Genoa: che gara si aspetta?
"Mi aspetto una partita vibrante, come sempre nel calcio italiano. Credo sarà una sfida molto aperta, l'Inter ha giocatori in grado di vincere qualsiasi partita, ma vedremo".