Rivera: Balotelli, così non farai strada. Moratti: resterà
CalcioIl Golden Boy bacchetta l'attaccante dell'Inter per le sue intemperanze: "Creare difficoltà all'allenatore e alla società non è il miglior modo per sfondare". E il presidente nerazzurro: "Tutto ok, non lo cedo. Sarà nella lista Champions"
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Creare difficoltà all'allenatore e alla società non è certo la strada migliore per sfondare". E' chiaro il messaggio che Gianni Rivera indirizza a Mario Balotelli, che come lui si è affacciato sul palcoscenico del calcio che conta prima della maggiore età. Il giovanissimo attaccante ha vinto subito uno scudetto da protagonista, ma da quando c'è José Mourinho sulla panchina dell'Inter e' finito ai margini e si e' reso protagonista di una serie di gesti ribelli. L'ultimo è stato rifiutare la convocazione per la trasferta di Catania. "Bisognerebbe sapere perche' lo ha fatto, ma mi sembra una cosa strana, per non dire incredibile", dice Rivera all'ANSA, ricordando che "ai miei tempi addirittura nascondevo gli infortuni per paura che non mi facessero giocare".
Esordiente in serie A neanche sedicenne, il Golden Boy divenne tale imponendosi nel Milan solo una stagione più tardi e conservando il posto fisso in campo per quasi vent'anni. "Che consiglio gli darei? Di accettare le regole del gioco - risponde il primo Pallone d'oro italiano, oggi ospite a un convegno sul diritto sportivo all'Universita' Statale di Milano - quelle scritte e quelle non scritte, che talora valgono ancora di piu"'. Se le vicende di Balotelli sono un po' sorprendenti, per Rivera non lo è invece l'impatto di David Beckham sul Milan dopo appena un mese. "Che fosse un buon calciatore non c'erano dubbi e, se gioca, lo fa come sa", taglia corto, convinto che il centrocampista inglese "di sicuro si diverta piu' qui in Italia che nel campionato statunitense. Chissà se resterà, e' un problema suo: bisogna vedere che rapporto ha con il suo club, e se e in quale modo puo' liberarsi". Parlando del campionato, l'ex fuoriclasse rossonero è sicuro che la giornata di ieri - con la vittoria dell'Inter, la caduta della Juventus e il mezzo passo falso del Milan - non sia determinante. "Quello dei nerazzurri non e' ancora lo strappo decisivo - ha detto Rivera - finchè la matematica lo consente tutto puo' succedere". Puo' succedere anche che un allenatore, come ha fatto Mourinho domenica scorsa al Meazza, si scateni contro un arbitro chiedendogli se ha paura di fischiare. "Ogni tanto - allarga le braccia Rivera - il carattere fa fare cose di cui poi magari ci si pente".
"Non ci sono novità: non ho parlato con l'allenatore". Il presidente dell'Inter Massimo Moratti lasciando la sede della Federcalcio, dove ha partecipato al consiglio federale, ha risposto alle domande sulle "bizze" di Mario Balotelli: "Rimane tutto nell'ambito societario, è un giocatore che aveva l'idea di potera andare da un'altra parte poi l'ha cambiata, e poi l'ha ricambiata ancora. Ma rimane tutto in societa'. Puntiamo su di lui, è forte, bravo e ha carattere. La cessione la escludo. Mourinho è una persona di buon senso e sa quel che deve fare". E l'esclusione dalla lista Champions? "Non credo proprio".
Creare difficoltà all'allenatore e alla società non è certo la strada migliore per sfondare". E' chiaro il messaggio che Gianni Rivera indirizza a Mario Balotelli, che come lui si è affacciato sul palcoscenico del calcio che conta prima della maggiore età. Il giovanissimo attaccante ha vinto subito uno scudetto da protagonista, ma da quando c'è José Mourinho sulla panchina dell'Inter e' finito ai margini e si e' reso protagonista di una serie di gesti ribelli. L'ultimo è stato rifiutare la convocazione per la trasferta di Catania. "Bisognerebbe sapere perche' lo ha fatto, ma mi sembra una cosa strana, per non dire incredibile", dice Rivera all'ANSA, ricordando che "ai miei tempi addirittura nascondevo gli infortuni per paura che non mi facessero giocare".
Esordiente in serie A neanche sedicenne, il Golden Boy divenne tale imponendosi nel Milan solo una stagione più tardi e conservando il posto fisso in campo per quasi vent'anni. "Che consiglio gli darei? Di accettare le regole del gioco - risponde il primo Pallone d'oro italiano, oggi ospite a un convegno sul diritto sportivo all'Universita' Statale di Milano - quelle scritte e quelle non scritte, che talora valgono ancora di piu"'. Se le vicende di Balotelli sono un po' sorprendenti, per Rivera non lo è invece l'impatto di David Beckham sul Milan dopo appena un mese. "Che fosse un buon calciatore non c'erano dubbi e, se gioca, lo fa come sa", taglia corto, convinto che il centrocampista inglese "di sicuro si diverta piu' qui in Italia che nel campionato statunitense. Chissà se resterà, e' un problema suo: bisogna vedere che rapporto ha con il suo club, e se e in quale modo puo' liberarsi". Parlando del campionato, l'ex fuoriclasse rossonero è sicuro che la giornata di ieri - con la vittoria dell'Inter, la caduta della Juventus e il mezzo passo falso del Milan - non sia determinante. "Quello dei nerazzurri non e' ancora lo strappo decisivo - ha detto Rivera - finchè la matematica lo consente tutto puo' succedere". Puo' succedere anche che un allenatore, come ha fatto Mourinho domenica scorsa al Meazza, si scateni contro un arbitro chiedendogli se ha paura di fischiare. "Ogni tanto - allarga le braccia Rivera - il carattere fa fare cose di cui poi magari ci si pente".
"Non ci sono novità: non ho parlato con l'allenatore". Il presidente dell'Inter Massimo Moratti lasciando la sede della Federcalcio, dove ha partecipato al consiglio federale, ha risposto alle domande sulle "bizze" di Mario Balotelli: "Rimane tutto nell'ambito societario, è un giocatore che aveva l'idea di potera andare da un'altra parte poi l'ha cambiata, e poi l'ha ricambiata ancora. Ma rimane tutto in societa'. Puntiamo su di lui, è forte, bravo e ha carattere. La cessione la escludo. Mourinho è una persona di buon senso e sa quel che deve fare". E l'esclusione dalla lista Champions? "Non credo proprio".