Mexes e la rissa: ''Non dovevo reagire, ma ho una famiglia''

Calcio
Philippe Mexes è nato a Tolosa il 30 marzo 1982
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Il francese è tornato a parlare della rissa che lo ha coinvolto fuori da una discoteca romana, spiegando che non è riuscito a trattenersi di fronte agli insulti diretti alla sua famiglia. Sulle voci di mercato: "La mia mia volontà è quella di restare qui"

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Lotta per il quarto posto - "Anche se restano tante partite alla fine, quella contro il Genoa è molto importante. Loro sono tre punti avanti e noi lottiamo per raggiungerli. Dovremo ribaltare questa differenza, altrimenti significa che meritano di stare davanti". Parole di Philippe Mexes, che analizza il rendimento della Roma alla vigilia della sfida che lo vedrà opposto al temibile Principe Milito. "La squadra si sta esprimendo bene nonostante gli infortuni. Anche gli ultimi due arrivati si sono integrati molto bene e potranno darci una mano. Di Motta avevo sentito parlare, Diamoutene lo conosco meno".

Sapore di Champions - Mexes proietta il suo pensiero alla doppia sfida con l'Arsenal "Non ci sono paragoni. La Champions League è una competizione diversa. Sarà una grande partita, non c'è bisogno di caricarsi perché gli stimoli vengono da soli. Non vedo l'ora di esserci. Ci pensiamo spesso a questa sfida".

Mexes e il suo futuro in giallorosso - "Qualche settimana fa una mia intervista in Francia ha fatto molto discutere, adesso torno volentieri a parlare di questo argomento, per fare chiarezza. La mia volontà è quella di restare alla Roma - ribadisce il difensore francese - sto bene, sono felice con i compagni, l'ho sempre detto. La storia dei Milan è uscita sui giornali, non ho mai avuto contatti con loro. Sto bene qui e farò la mia strada per fare sempre il bene della Roma".

L'episodio della rissa - Mexes, infine, torna a commentare la rissa che lo ha visto coinvolto in settimana. "Ho preso una cintata in faccia. Una bella botta, poteva andarmi anche peggio, perché è proprio vicino all'occhio - racconta il francese - ero stato in discoteca dopo una partita, il giorno dopo non ci sarebbe stato allenamento, avevo il permesso di mia moglie. Se ero fuori a quell'ora è solo perchè il giorno dopo non dovevo andare a Trigoria.
Aspettavo la macchina dei miei amici e stavo fuori. Sento uno che mi fa i complimenti. Era della Roma. Altri della Lazio
dicevano altre cose e non erano complimenti. Poi uno mi ha mancato di rispetto in mezzo alla strada e ho reagito. So che
ho sbagliato, ma non ce la facevo più. Qualche spinta, nessuna conseguenza, a parte questi due piccoli segni. Ho sbagliato
perché io avevo tutto da perdere in questa storia. Comunque ormai è acqua passata. Credo che ci sia rispetto, dentro la
discoteca ho salutato Zauri, che è stato mio avversario nel derby. Ma io ho una famiglia e certe parole faccio fatica ad
accettarle".