Quell'intervista sullo sport pulito che concesse a SKY.it

Calcio
In questa intervista del 27 aprile 2007, Cannavò si distingueva ancora una volta come simbolo dello sport onesto
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Omaggio a Candido Cannavò: riproduciamo il suo pensiero, che ci affidò il 27 aprile 2007 in occasione della sospensione da parte della Discovery di un fuoriclasse discusso come il ciclista Ivan Basso. L'idea della lealtà, l'amore sconfinato per il Giro

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Questa l'intervista che Candido Cannavò concesse a SKY.it il 27 aprile 2007, dopo la sospensione da parte della Discovery di un fuoriclasse discusso come il ciclista Ivan Basso. Appassionato di ciclismo, oltre che storico direttore della Gazzetta dello Sport, Cannavò si era sempre battuto per uno sport pulito, lontano dai veleni del doping, dei trucchi, delle slealtà. Riprodurre il suo pensiero è un omaggio dovuto. Ci mancherà.

di Luigi Vaccariello

Candido Cannavò, ex e storico direttore della Gazzetta dello Sport, ma soprattutto grandissimo appassionato di ciclismo, ha spesso affrontato con nettezza di giudizio il delicato momento che questo sport attraversa. Ragionando anche sull'odissea del campione di Cassano Magnago. SKY Life, perciò, lo ha intervistato. Nessuno più di Cannavò è indicato a commentare alti e bassi, dopo la sospensione da parte della Discovery, di un fuoriclasse discusso come Ivan Basso.

Direttore, lei che è stato per 19 anni il direttore della Gazzetta dello Sport, il quotidiano che fra l'altro cura l'organizzazione del Giro d'Italia, che idea si è fatto della vicenda Basso?
"Mi sono fatto l'idea di una cosa interminabile. Di una vicende che doveva e probabilmente poteva essere risolta già l'anno scorso, quando il nome di Basso è stato collegato all'Operacion Puerto. Purtroppo fino a quando non ci sarà chiarezza, è un tormentone, temo, destinato a durare a lungo. Sinceramente spero che Basso faccia qualcosa per chiarire quanto prima e in maniera definitiva la sua posizione. Il rischio è che si vada da una sospensione all'altra: l'anno scorso la Csc di Biarne Riis, adesso la Discovery di Johan Bruynell. Insomma, rischia di compromettere la sua immagine da bravo ragazzo ed i migliori anni della sua carriera".

Lei ha scritto "L'estrema speranza ciclistica dei primi di maggio è che Ivan Basso si presenti alla procura del Coni in maniche corte. E offra il suo braccio (per il test del Dna, ndr)... Basso avrebbe potuto offrire il braccio un anno fa… se non lo fece deve esserci stata una ragione". Cosa voleva dire?
"Basso si è sempre difeso dicendo di essere totalmente estraneo alle accuse che gli venivano fatte rifugiandosi spesso, in merito all'eventualità di esami comparativi, dietro espressioni del tipo "lo farei se…ma..". In sostanza, ha sempre rimandato e rinviato la questione lasciando sempre vivi dubbi e perplessità. Ripeto, mi spiace perché è un bravo ragazzo e ci sta rimettendo la parte più bella della sua carriera ed un bel po' di soldi: occorre un chiarimento definitivo da parte sua".

A pochi giorni dell'inizio del Giro d'Italia, l'ultimo vincitore viene messo sulla graticola e sospeso dalla sua squadra. L'anno scorso poco dopo il trionfo al Tour, Floyd Landis è stato trovato positivo al testosterone e squalificato per due anni. Solo coincidenze o c'è qualche gioco di potere sotto?
"Io odio la dietrologia, così come non credo alle sue dinamiche. L'interesse del ciclismo, tutto, Uci, Grandi corse a tappe, Pro Tour è uno solo: avere i migliori atleti al via sempre! Quindi non credo a complotti e quant'altro, qui c'è di mezzo la magistratura che è una cosa seria. Cosa crede, che per il Giro l'assenza di Basso non rappresenti una perdita grave? Lo è eccome: è una mazzata pazzesca".

Gilberto Simoni, grande rivale di Basso, dichiara: "Bassa ama solo i soldi, non lo sport". Qual è l'opinione di Cannavò in merito?
"Sono pettegolezzi e cose personali sulle quali non mi va di entrare".

Alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni, che Giro d'Italia sarà secondo lei?
"Il Giro d'Italia è già un evento unico di per sé e vivrà lo stesso anche senza Basso. Supererà anche questo colpo, come ne ha superati di ben peggiori in passato, grazie all'amore delle gente per questo meraviglioso sport. Finché ci sarà il ciclismo, ci sarà il Giro d'Italia".