Lippi: "A un giocatore gay consiglierei di non confessarlo"
CalcioIl ct della nazionale è tornato a parlare dell'omosessualità nel mondo del calcio: "Mai conosciuti calciatori gay". Tornando all'Italia: "Cercheremo di vincere il Mondiale con tutte le nostre forze"
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Se un giocatore gli confessasse di essere gay, Marcello Lippi gli consiglierebbe di non dirlo in giro. Il ct della Nazionale è tornato a parlare di calcio e omosessualità con Fabio Fazio nel corso della puntata di "Che tempo che fa". "Non ho mai conosciuto omosessuali nel mondo del calcio - ha ribadito Lippi - ma se un giocatore venisse da me a dirmelo, gli direi di vivere la sua vita come vuole, senza però dirlo ai compagni. E' difficile confessare di essere gay in una squadra di calcio". Il ct è tornato anche sulle critiche dell'Arcigay alle sue precedenti dichiarazioni. "Non ho detto che non ci sono gay nel calcio - ha sottolineato Lippi - ho risposto di no alla domanda se ne avessi mai conosciuti".
Tornando al calcio giocato. "Voglio, fortissimamente voglio, ricreare una squadra che abbia gli stessi presupposti psicologici dell'altra", quella che ha vinto il Mondiale 2006. Lippi ha parlato della "compattezza", della "forza", della "voglia" della squadra campione in Germania, caratteristiche che sta cercando di infondere nella nuova Nazionale. "Non dico che voglio vincere un altro Mondiale - ha detto il ct - ma certo ci proveremo con tutte le nostre forze". "Non posso già avere in mente la formazione per il Mondiale - ha risposto Lippi a una specifica domanda - Devo tenere conto della carta d'identità, ma non bisogna abbandonare troppo presto giocatori straordinari - ha aggiunto senza fare nomi -. C'è una qualificazione da conquistare".
Nella sua carriera di tecnico Lippi ha litigato diverse volte con dei suoi giocatori, ma mai come con Cristian Vieri. "Allenavo la Juve, era la fine del primo tempo di una partita con l'Atalanta - ha raccontato il ct -. Lui non aveva fatto ciò che volevo ed era convinto che ce l'avessi sempre con lui. Siamo quasi venuti alle mani, ma per fortuna qualcuno ci ha diviso nello spogliatoio. L'ho sostituito con Amoruso e abbiamo vinto proprio con un suo gol". Ma la storia non finisce qui. "La sera, al ristorante, mi sono sentito una mano da elefante sulla spalla: era Vieri. Si è seduto e siamo stati tre ore a parlare. Da lì è nato un grande rapporto".
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Tornando al calcio giocato. "Voglio, fortissimamente voglio, ricreare una squadra che abbia gli stessi presupposti psicologici dell'altra", quella che ha vinto il Mondiale 2006. Lippi ha parlato della "compattezza", della "forza", della "voglia" della squadra campione in Germania, caratteristiche che sta cercando di infondere nella nuova Nazionale. "Non dico che voglio vincere un altro Mondiale - ha detto il ct - ma certo ci proveremo con tutte le nostre forze". "Non posso già avere in mente la formazione per il Mondiale - ha risposto Lippi a una specifica domanda - Devo tenere conto della carta d'identità, ma non bisogna abbandonare troppo presto giocatori straordinari - ha aggiunto senza fare nomi -. C'è una qualificazione da conquistare".
Nella sua carriera di tecnico Lippi ha litigato diverse volte con dei suoi giocatori, ma mai come con Cristian Vieri. "Allenavo la Juve, era la fine del primo tempo di una partita con l'Atalanta - ha raccontato il ct -. Lui non aveva fatto ciò che volevo ed era convinto che ce l'avessi sempre con lui. Siamo quasi venuti alle mani, ma per fortuna qualcuno ci ha diviso nello spogliatoio. L'ho sostituito con Amoruso e abbiamo vinto proprio con un suo gol". Ma la storia non finisce qui. "La sera, al ristorante, mi sono sentito una mano da elefante sulla spalla: era Vieri. Si è seduto e siamo stati tre ore a parlare. Da lì è nato un grande rapporto".