Pato: "Per un tumore ho rischiato l'amputazione del braccio"
CalcioLa confessione dell'attaccante del Milan e dalla nazionale brasiliana nel corso di un programma televisivo. Pato ha rivelato che da ragazzino gli era stato diagnosticato un tumore al braccio sinistro che, per poco, non richiese l'amputazione. IL VIDEO
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Nel corso di un programma televisivo trasmesso in Brasile, Alexandre Pato ha rivelato che da ragazzino, dopo due fratture, gli era stato diagnosticato un tumore al braccio sinistro che, per poco, non richiese l'amputazione dell'arto.
Pato ha parlato nel corso di "Esporte Espetacular", trasmissione sportiva della tv Globo, raccontando come a 11 anni - prima di approdare nel club importante (l'Internacional di Porto Alegre) della sua breve carriera - se l'era vista brutta, dopo essersi rotto per due volte di seguito il braccio nello stesso punto. Gli accertamenti avevano individuato un tumore, poi rivelatosi benigno, che per un certo tempo fece temere la necessita' dell'amputazione.
Nella stessa trasmissione, Jorge Macedo, coordinatore delle categorie di base dell'Internacional ai tempi di Pato, lo ha ricordato come un ragazzino "sempre molto freddo", che non fece nessun dramma della chirugia attraverso la quale era dovuto passare. "Si emozionava solo quando parlava al telefono con i genitori o quando loro venivano a trovarlo, allora piangeva - ha ricodato Macedo - Si vede che viene da una famiglia con una struttura molto forte, unita".
Nel corso di un programma televisivo trasmesso in Brasile, Alexandre Pato ha rivelato che da ragazzino, dopo due fratture, gli era stato diagnosticato un tumore al braccio sinistro che, per poco, non richiese l'amputazione dell'arto.
Pato ha parlato nel corso di "Esporte Espetacular", trasmissione sportiva della tv Globo, raccontando come a 11 anni - prima di approdare nel club importante (l'Internacional di Porto Alegre) della sua breve carriera - se l'era vista brutta, dopo essersi rotto per due volte di seguito il braccio nello stesso punto. Gli accertamenti avevano individuato un tumore, poi rivelatosi benigno, che per un certo tempo fece temere la necessita' dell'amputazione.
Nella stessa trasmissione, Jorge Macedo, coordinatore delle categorie di base dell'Internacional ai tempi di Pato, lo ha ricordato come un ragazzino "sempre molto freddo", che non fece nessun dramma della chirugia attraverso la quale era dovuto passare. "Si emozionava solo quando parlava al telefono con i genitori o quando loro venivano a trovarlo, allora piangeva - ha ricodato Macedo - Si vede che viene da una famiglia con una struttura molto forte, unita".