Ibra studia da leader: mi piacciono Berlusconi e Abramovich
CalcioSul mensile GQ l'attaccante dell'Inter si confessa: "Hanno potere e carisma. La Champions? La cambierei volentieri con lo scudetto. Voglio vincerla e sono costretto a rimandare ogni anno l'appuntamento"
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"Io voglio la Champions. Ogni anno devo posticipare l'appuntamento e la cosa non mi piace per niente. Io gioco per vincere. E' la mia mentalitìà". Sono le parole di Zlatan Ibrahimovic al mensile GQ, che gli dedica la copertina, in edicola dal 3 aprile. "Siamo l'Inter! E non parlatemi di sfortuna nel sorteggio: io volevo lo United, perché se vuoi vincere, prima o poi, devi batterlo. Però loro hanno dimostrato di essere più organizzati: se esce uno ed entra un altro fa lo stesso lavoro e non senti la differenza. Non la senti, ma la fa". Uno che è entrato e non esce più è Mario Balotelli. Il ragazzo ti piace molto. Lo consideri addirittura più forte di te alla sua età.
"Più pronto, non più forte". Cioè? "Io a 18 anni giocavo in Svezia, lui è all'Inter. Attorno ha compagni "top class", anche l'atmosfera è diversa, qui si matura più in fretta. Un leader che mi ha ispirato? Mi piacciono le persone che hanno potere e carisma. Mi piacciono i 'rule leader', gli esempi per gli altri, come Abramovich e Berlusconi. E' il conto in banca che fa il leader? Assolutamente no. Bill Gates quanti soldi ha? Eppure quando lo vedo non sento potenza. Quando vedo Tony Montana sento potenza". (Ride. Tony Montana è il nome del personaggio interpretato da Al Pacino in Scarface, ndr). Mi sento vecchio? Vedo i bambini crescere cosi' in fretta e il tempo corre anche in campo: quando sono arrivato in Italia avevo 22 anni, ne ho già 27. Un calciatore ha otto o nove anni ad alto livello, non di più. Non posso immaginarmi a 34 anni in una squadra di prima fascia. A quell'età vedi i ragazzi di 20 anni più pronti, più freschi, più bravi e devi lasciargli spazio. Il futuro sono loro".
"Io voglio la Champions. Ogni anno devo posticipare l'appuntamento e la cosa non mi piace per niente. Io gioco per vincere. E' la mia mentalitìà". Sono le parole di Zlatan Ibrahimovic al mensile GQ, che gli dedica la copertina, in edicola dal 3 aprile. "Siamo l'Inter! E non parlatemi di sfortuna nel sorteggio: io volevo lo United, perché se vuoi vincere, prima o poi, devi batterlo. Però loro hanno dimostrato di essere più organizzati: se esce uno ed entra un altro fa lo stesso lavoro e non senti la differenza. Non la senti, ma la fa". Uno che è entrato e non esce più è Mario Balotelli. Il ragazzo ti piace molto. Lo consideri addirittura più forte di te alla sua età.
"Più pronto, non più forte". Cioè? "Io a 18 anni giocavo in Svezia, lui è all'Inter. Attorno ha compagni "top class", anche l'atmosfera è diversa, qui si matura più in fretta. Un leader che mi ha ispirato? Mi piacciono le persone che hanno potere e carisma. Mi piacciono i 'rule leader', gli esempi per gli altri, come Abramovich e Berlusconi. E' il conto in banca che fa il leader? Assolutamente no. Bill Gates quanti soldi ha? Eppure quando lo vedo non sento potenza. Quando vedo Tony Montana sento potenza". (Ride. Tony Montana è il nome del personaggio interpretato da Al Pacino in Scarface, ndr). Mi sento vecchio? Vedo i bambini crescere cosi' in fretta e il tempo corre anche in campo: quando sono arrivato in Italia avevo 22 anni, ne ho già 27. Un calciatore ha otto o nove anni ad alto livello, non di più. Non posso immaginarmi a 34 anni in una squadra di prima fascia. A quell'età vedi i ragazzi di 20 anni più pronti, più freschi, più bravi e devi lasciargli spazio. Il futuro sono loro".