Razzismo, che radici antiche. Dopo le minacce di Moratti
CalcioIl presidente dell'Inter interviene con durezza sui cori di insulti a Balotelli: "Avrei ritirato la squadra se fossi stato a Torino". Ma la volgare tradizione è molto lunga: ecco una sconfortante galleria di casi nel calcio europeo. GUARDA IL VIDEO
A fermare il gioco ci avrebbe pensato lui, Massimo Moratti. E lo avrebbe fatto nella maniera più drastica possibile: ritirando la squadra. Lo dice il presidente dell'Inter in persona, che se solo fosse stato a Torino - giura - lo avrebbe fatto. Forse per impulsività, ma comunque per indignazione per quei cori razzisti nei confronti di Balotelli.
Questi fischi sono una storia che non c'entra con Balotelli "l'antipatico". Una storia che ha radici antiche. Una storia che più di una volta si è sperato fosse arrivata al capitolo conclusivo. Una storia che invece in Juventus-Inter ha scritto un'altra pagina in cui rimarrà scritto nei nostri ricordi qualcosa di disgustoso. Su cui ora la Figc vuole fare chiarezza. Aprendo una nuova inchiesta. L'ennesima.
Come quando l'ivoriano Zoro, a fermare il gioco in Messina-Inter, ci pensò in prima persona, nel novembre 2005. Indignato da quei cori, quella volta cantati proprio dai tifosi nerazzurri. Ci si fermò per un attimo, prima che Adriano convincesse Zoro ad andare avanti. Del resto il regolamento parla esplicitamente di sospendere il gioco solo in caso di striscioni razzisti. Anche se, c'è una norma che lascia comunque discrezionalità all'arbitro di interrompere il gioco in caso di, non meglio definite, interferenze esterne. Forse per questo qualche mese prima del caso Zoro in Malaga-Espanyol l'arbitro decise di fermare il gioco per condannare gli insulti al portiere camerunense Kameni.
Sempre in Spagna, un anno dopo, in Real Saragozza-Barcellona, dopo le proteste di Eto'o l'arbitro decise di richiamare il pubblico sugli spalti utilizzando l'impianto audio dello stadio. Anche questo del resto poteva esser fatto a Torino. Intanto, ora, arrivano numerosi attestati di solidarietà a Balotelli e all'Inter. Anche quelli di Cobolli Gigli. Che condanna quei cori a nome della Juventus. Squadra che ora potrebbe subire anche la squalifica del campo se il giudice sportivo intervenisse per via di un comportamento antisportivo.
Questi fischi sono una storia che non c'entra con Balotelli "l'antipatico". Una storia che ha radici antiche. Una storia che più di una volta si è sperato fosse arrivata al capitolo conclusivo. Una storia che invece in Juventus-Inter ha scritto un'altra pagina in cui rimarrà scritto nei nostri ricordi qualcosa di disgustoso. Su cui ora la Figc vuole fare chiarezza. Aprendo una nuova inchiesta. L'ennesima.
Come quando l'ivoriano Zoro, a fermare il gioco in Messina-Inter, ci pensò in prima persona, nel novembre 2005. Indignato da quei cori, quella volta cantati proprio dai tifosi nerazzurri. Ci si fermò per un attimo, prima che Adriano convincesse Zoro ad andare avanti. Del resto il regolamento parla esplicitamente di sospendere il gioco solo in caso di striscioni razzisti. Anche se, c'è una norma che lascia comunque discrezionalità all'arbitro di interrompere il gioco in caso di, non meglio definite, interferenze esterne. Forse per questo qualche mese prima del caso Zoro in Malaga-Espanyol l'arbitro decise di fermare il gioco per condannare gli insulti al portiere camerunense Kameni.
Sempre in Spagna, un anno dopo, in Real Saragozza-Barcellona, dopo le proteste di Eto'o l'arbitro decise di richiamare il pubblico sugli spalti utilizzando l'impianto audio dello stadio. Anche questo del resto poteva esser fatto a Torino. Intanto, ora, arrivano numerosi attestati di solidarietà a Balotelli e all'Inter. Anche quelli di Cobolli Gigli. Che condanna quei cori a nome della Juventus. Squadra che ora potrebbe subire anche la squalifica del campo se il giudice sportivo intervenisse per via di un comportamento antisportivo.