Cori razzisti, Juve-Lecce a porte chiuse. Il club fa ricorso

Calcio
Una gara a porte chiuse per la Juve dopo gli insulti razzisti dei tifosi bianconeri a Balotelli durante il derby d'Italia giocato sabato sera
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Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha condannato la società bianconera a disputare un turno senza pubblico dopo gli insulti dei propri tifosi a Balotelli durante il derby d'Italia di sabato. Sul web la tifoseria protesta. La società presenta reclamo

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Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha condannato la Juventus a disputare un turno a porte chiuse a causa dei cori razzisti rivolti dai tifosi bianconeri nei confronti del giocatore dell'Inter Mario Balotelli. Decisione prontamente impugnata da parte del club che ha comunicato la volontà di ricorrere contro quanto stabilito dalla giustizia sportiva. "Il giudice sportivo ha condannato la Juventus a disputare la partita di campionato contro il Lecce del 3 maggio a porte chiuse a causa dei cori razzisti nei confronti del giocatore dell'Inter Mario Balotelli. La società, preso atto della sentenza, ha deciso di presentare ricorso", questo il comunicato del club bianconero comparso sul sito ufficiale.

E intanto i tifosi della Juventus sono infuriati, sul web, per la decisione del giudice sportivo. "E' una sentenza ridicola", scrive un bianconero sul forum di vecchiasignora.com. "E' una cosa vergognosa - prosegue un altro fan juventino - voglio vedere dopo di noi quante altre squadre, romane e milanesi, subiranno lo stesso provvedimento. Siamo un Paese incivile e Moratti ne è un degno rappresentante"."Se è giusto condannare il razzismo - argomenta un altro tifoso ancora - è altrettanto giusto dare punizioni eque e questa, visto il passato, certamente non lo è. Mi auguro serva affinché vengano adottate pene severissime in casi analoghi e vengano adottate le stesse misure per i calciatori che irritano avversari e pubblico con i loro comportamenti". Il riferimento, sottointeso, è al nerazzurro Balotelli, a cui erano rivolti i cori di sabato sera. "Da come si è comportato dovrebbero dargli l'ergastolo", scrive addirittura un tifoso. Ma  c'è anche chi, pur con qualche riserva, accetta la sentenza:  "E' stata giusta - è il commento di uno - ma vanno ricercati i  colpevoli, non si può generalizzare sull'intero  stadio".

Nel suo referto, il giudice sportivo ha sottolineato come i cori razzisti si siano verificati "in molteplici occasioni" e "in vari settori dello stadio" e ha sottolineato "l'assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissuasivi da parte della società". Quindi, dopo aver esaminato "la dettagliata ed esaustiva relazione dei collaboratori della Procura federale", ha deciso di punire la Juventus con un turno a porte chiuse perché "in molteplici occasioni, sostenitori della societa' ospitante, in vari settori dello stadio, intonavano cori costituenti espressione di discriminazione razziale nei confronti di un calciatore della squadra avversaria".

Il giudice ha tenuto conto della "gravità del fatto, per la pervicace reiterazione di tali deplorevoli comportamenti, che nulla hanno a che vedere con la passione sportiva", e ha inoltre "preso atto dell'assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissuasivi da parte della società".