Zalayeta-gol, l'Inter crolla a Napoli. Il Milan ora è a -7
CalcioNel posticipo della 33a giornata un gol del "panterone" regala agli azzurri la prima vittoria dell'era-Donadoni. La squadra di Mourinho vede così ridursi il vantaggio sui rossoneri, vittoriosi a San Siro contro il Palermo
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GIOCA A FANTASCUDETTO
NAPOLI-INTER 1-0
73' Zalayeta (N)
Era curioso, Mourinho, di giocare al San Paolo. Ma mica s'aspettava di perdere dalla squadra che non vince più. Né di rimettersi a far di conto pensando allo scudetto. Ecco come funzionano le sorprese: il Napoli non vinceva una partita da gennaio, l'Inter non perdeva da gennaio. Appunto: uno a zero, risultato ad effetto che però non cambia molto la sostanza del campionato. L'Inter - ancora tarata sulla Juventus - sa che il Milan a 7 punti è ancora su un altro pianeta. Il pezzettino - un millimetro quadrato - di scudetto strappato dal Napoli è solo una risposta orgogliosa alla logica di Mourinho: perché correre rischi e farsi rosicchiare il bottino per qualche gol in più? Perché magari capita che va male lo stesso. E che il Napoli decida di risorgere all'improvviso, chiamato dal blasone a prendersi di nuovo una notte da stella, cadente o no. Nonostante una rosa spelacchiata dagli infortuni, pur restando infangato in una mediocrità persistente. Per l'Inter restano burocratiche questioni di classifica, e poco più.
Ma vuoi mettere, per Donadoni, la soddisfazione della prima vittoria davanti a Lippi, che lo sbalzò dalla panchina nazionale? I tre punti azzurri, in fondo, sono spiccioli buoni per la mancia, tanto lo scudetto così prima o poi l'Inter se lo prende. Mourinho, tra l'altro, sbaglia il suo quando sceglie di non infierire sul centrocampo rabberciato di Donadoni, infilando Vieira tra Cambiasso e Stankovic, con Zanetti al posto di "bambino" Santon. Ei fu - il francese - siccome immobile, tanto da far affondare Montervino più o meno a piacere. Ma partita ben diversa sarebbe nata se Samuel, dopo qualche minuto appena non si fosse visto deviare sul fondo un colpo di testa pressoché perfetto. Migliore occasione della serata, subito. Poi gran baruffa, sollecitata dalla voglia disarmata degli azzurri. E un tiro dal limite, spettacolare, di Balotelli al quarto d'ora.
Il Napoli gioca mancando degli abituali riferimenti: cioè si spinge sulla fatica, e sulla grinta da grande occasione, ma Lavezzi non prova di meglio che il tiro scomposto e Hamsik, decentrato in fascia, è pericoloso per la cresta e basta. Il conto delle azioni-gol è vuoto. E nella ripresa, col copione così scritto, fa specie il tiro floscio di Vieira quando già vedeva Navarro e tutto lo specchio della porta azzurra spalancato. Il Napoli resta in forcing spuntato. Per questo Donadoni cambia per quel che può: Zalayeta al posto di Denis. Allora Ibra batte un colpo, per dire che c'è pure lui: punizione di forza e Navarro non si spaventa. Per questo il colpo vero è del Napoli: è il 28' quando Lavezzi si incunea tra tre difensori e libera Zalayeta. Nessun pensiero, istinto puro, esterno destro, gol. Uno a zero. 104 giorni dopo l'ultima vittoria, sul Catania. Picconando sul muro alzato dall'Inter a protezione dello scudetto. Ma la crepa è poca roba.
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73' Zalayeta (N)
Era curioso, Mourinho, di giocare al San Paolo. Ma mica s'aspettava di perdere dalla squadra che non vince più. Né di rimettersi a far di conto pensando allo scudetto. Ecco come funzionano le sorprese: il Napoli non vinceva una partita da gennaio, l'Inter non perdeva da gennaio. Appunto: uno a zero, risultato ad effetto che però non cambia molto la sostanza del campionato. L'Inter - ancora tarata sulla Juventus - sa che il Milan a 7 punti è ancora su un altro pianeta. Il pezzettino - un millimetro quadrato - di scudetto strappato dal Napoli è solo una risposta orgogliosa alla logica di Mourinho: perché correre rischi e farsi rosicchiare il bottino per qualche gol in più? Perché magari capita che va male lo stesso. E che il Napoli decida di risorgere all'improvviso, chiamato dal blasone a prendersi di nuovo una notte da stella, cadente o no. Nonostante una rosa spelacchiata dagli infortuni, pur restando infangato in una mediocrità persistente. Per l'Inter restano burocratiche questioni di classifica, e poco più.
Ma vuoi mettere, per Donadoni, la soddisfazione della prima vittoria davanti a Lippi, che lo sbalzò dalla panchina nazionale? I tre punti azzurri, in fondo, sono spiccioli buoni per la mancia, tanto lo scudetto così prima o poi l'Inter se lo prende. Mourinho, tra l'altro, sbaglia il suo quando sceglie di non infierire sul centrocampo rabberciato di Donadoni, infilando Vieira tra Cambiasso e Stankovic, con Zanetti al posto di "bambino" Santon. Ei fu - il francese - siccome immobile, tanto da far affondare Montervino più o meno a piacere. Ma partita ben diversa sarebbe nata se Samuel, dopo qualche minuto appena non si fosse visto deviare sul fondo un colpo di testa pressoché perfetto. Migliore occasione della serata, subito. Poi gran baruffa, sollecitata dalla voglia disarmata degli azzurri. E un tiro dal limite, spettacolare, di Balotelli al quarto d'ora.
Il Napoli gioca mancando degli abituali riferimenti: cioè si spinge sulla fatica, e sulla grinta da grande occasione, ma Lavezzi non prova di meglio che il tiro scomposto e Hamsik, decentrato in fascia, è pericoloso per la cresta e basta. Il conto delle azioni-gol è vuoto. E nella ripresa, col copione così scritto, fa specie il tiro floscio di Vieira quando già vedeva Navarro e tutto lo specchio della porta azzurra spalancato. Il Napoli resta in forcing spuntato. Per questo Donadoni cambia per quel che può: Zalayeta al posto di Denis. Allora Ibra batte un colpo, per dire che c'è pure lui: punizione di forza e Navarro non si spaventa. Per questo il colpo vero è del Napoli: è il 28' quando Lavezzi si incunea tra tre difensori e libera Zalayeta. Nessun pensiero, istinto puro, esterno destro, gol. Uno a zero. 104 giorni dopo l'ultima vittoria, sul Catania. Picconando sul muro alzato dall'Inter a protezione dello scudetto. Ma la crepa è poca roba.