Il tecnico biancoceleste commenta il ko casalingo con l'Atalanta: "Ci è mancato quel guizzo che poteva fare la differenza, ma abbiamo anche perso dei giocatori importanti a metà campo e le scelte che abbiamo fatto a volte vengono indovinate a volte no"
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Alti e bassi, come ormai la Lazio ha ormai abituato nella stagione in corso. E contro l'Atalanta è arrivata una sconfitta dopo l'esaltante qualificazione di mercoledì in Coppa Italia.
"Ci abbiamo provato in tutti i modi - spiega Delio Rossi - l'Atalanta stava bene in campo e a noi è mancato quel guizzo che poteva fare la differenza. Noi siamo una squadra che deve fare le sue cosine con una certa maniera, con calma e lucidità. Ci voleva qualcos'altro in campo".
Forse proprio l'impresa di Torino ha svuotato la squadra. "E' stato un problema di testa e di gambe, abbiamo anche perso dei giocatori importanti a metà campo e le scelte che abbiamo fatto a volte vengono indovinate a volte no. Ho puntato su Meghni perché pensavo servisse più qualità e palleggio in mezzo al campo ma non è andata bene".
Poi il tormentone sul suo futuro in panchina. "E' l'ultimo dei problemi, si deciderà più avanti fermo restando che la strategia la fa la società non l'allenatore, i tempi e i modi della trattativa li decide il club. Il mio futuro è la prossima domenica a Milano. Nella mia carriera ho sempre allenato, lo faccio da 18 anni. A me interessa allenare nella mia maniera e con il mio modo di fare calcio, so benissimo che se non lo posso fare qui lo farò da un'altra parte".
Alti e bassi, come ormai la Lazio ha ormai abituato nella stagione in corso. E contro l'Atalanta è arrivata una sconfitta dopo l'esaltante qualificazione di mercoledì in Coppa Italia.
"Ci abbiamo provato in tutti i modi - spiega Delio Rossi - l'Atalanta stava bene in campo e a noi è mancato quel guizzo che poteva fare la differenza. Noi siamo una squadra che deve fare le sue cosine con una certa maniera, con calma e lucidità. Ci voleva qualcos'altro in campo".
Forse proprio l'impresa di Torino ha svuotato la squadra. "E' stato un problema di testa e di gambe, abbiamo anche perso dei giocatori importanti a metà campo e le scelte che abbiamo fatto a volte vengono indovinate a volte no. Ho puntato su Meghni perché pensavo servisse più qualità e palleggio in mezzo al campo ma non è andata bene".
Poi il tormentone sul suo futuro in panchina. "E' l'ultimo dei problemi, si deciderà più avanti fermo restando che la strategia la fa la società non l'allenatore, i tempi e i modi della trattativa li decide il club. Il mio futuro è la prossima domenica a Milano. Nella mia carriera ho sempre allenato, lo faccio da 18 anni. A me interessa allenare nella mia maniera e con il mio modo di fare calcio, so benissimo che se non lo posso fare qui lo farò da un'altra parte".