Mou sa come si vince: para e segna, lezione alla sua Inter
CalcioIn attesa della delicata gara contro la Lazio, il tecnico, insieme a tutto lo staff nerazzurro, dà vita a una partitella all'ultimo sangue. Prima portiere, poi attaccante: suo il gol vittoria. Questo il monito ai suoi: così sarà Scudetto. GUARDA IL VIDEO
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VINCERE E' ANCORA NELLE TUE MANI, GIOCA A FANTASCUDETTO
Ora di pranzo, l'allenamento è appena terminato: ad Appiano Gentile va in scena il Mourinho-show. Per una volta non in sala stampa, ma in campo con il pallone tra i piedi. La lingua è sempre tagliente. Le regole le stabilisce lui: il campo per esempio è troppo piccolo, e allora ci pensa lui ad allargarlo. Lo scudetto numero 17 non è ancora sulle maglie, ma il clima e lo spirito dei nerazzurri, non sembrano quelli di chi teme un altro 5 maggio o una rimonta impossibile.
Mourinho inizia la partitella tra i pali, insieme agli uomini dello staff: il preparatore dei portieri Silvinho, il tattico Villas Boas, il preparatore Faria, oltre alla voce di Inter Channel Scarpini, apparso ancora lontano da una condizione accettabile. Dall'altra parte gli uomini della comunicazione, con il team manager Butti, Baresi e Bernazzani, Mourinho urla, dà istruzioni, si arrabbia. Pretende impegno, come dai giocatori in allenamento. Che non gli piaccia perdere mai, lo sanno anche i muri, e lo conferma la grinta con cui si batte quando si toglie i guanti e decide di giocare fuori.
Anche se non sempre gli va bene: dopo alcuni minuti è lui ad avere la peggio. Ma per fermarlo ci vuole ben altro. Mourinho stringe i denti, torna a correre, e chiude in bellezza: ruba la palla a Baresi e va a segnare il gol (con la complicità di qualche avversario....) che chiude la partitella. Vincono i bianchi, guardacaso la squadra di Mourinho, che crolla per terra esausto, assistito da Branca. Il suo show è finito, quello dell'Inter andrà in scena con la Lazio.
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Ora di pranzo, l'allenamento è appena terminato: ad Appiano Gentile va in scena il Mourinho-show. Per una volta non in sala stampa, ma in campo con il pallone tra i piedi. La lingua è sempre tagliente. Le regole le stabilisce lui: il campo per esempio è troppo piccolo, e allora ci pensa lui ad allargarlo. Lo scudetto numero 17 non è ancora sulle maglie, ma il clima e lo spirito dei nerazzurri, non sembrano quelli di chi teme un altro 5 maggio o una rimonta impossibile.
Mourinho inizia la partitella tra i pali, insieme agli uomini dello staff: il preparatore dei portieri Silvinho, il tattico Villas Boas, il preparatore Faria, oltre alla voce di Inter Channel Scarpini, apparso ancora lontano da una condizione accettabile. Dall'altra parte gli uomini della comunicazione, con il team manager Butti, Baresi e Bernazzani, Mourinho urla, dà istruzioni, si arrabbia. Pretende impegno, come dai giocatori in allenamento. Che non gli piaccia perdere mai, lo sanno anche i muri, e lo conferma la grinta con cui si batte quando si toglie i guanti e decide di giocare fuori.
Anche se non sempre gli va bene: dopo alcuni minuti è lui ad avere la peggio. Ma per fermarlo ci vuole ben altro. Mourinho stringe i denti, torna a correre, e chiude in bellezza: ruba la palla a Baresi e va a segnare il gol (con la complicità di qualche avversario....) che chiude la partitella. Vincono i bianchi, guardacaso la squadra di Mourinho, che crolla per terra esausto, assistito da Branca. Il suo show è finito, quello dell'Inter andrà in scena con la Lazio.