Ancelotti: "Resto al Milan". Kakà: "C'è un grande progetto"

Calcio
Kakà vuole una squadra competitiva con i senatori affiancati da giovani campioni
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Il tecnico rossonero ribadisce la volontà di allenare i rossoneri almeno fino al 2010. Il brasiliano vuole una squadra competitiva in Italia e in Europa e indica la via: "Servono rinforzi giovani"

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Qualche rammarico per il presente ma molte speranze per la prossima stagione. A cominciare dalla qualificazione alla Champions League del prossimo anno, l'unico obiettivo rimasto al Milan. Parla Kakà. "Non abbiamo conquistato nulla - dice in una intervista a Aujourd'hui Sports - è difficile parlare di una bella stagione. Siamo qualificati per la Champions League, e questo mi rende felice. Nel giro di pochi mesi ritroveremo la competizione, mi è molto mancata: ho passato un anno in poltrona a vedere partite incredibili davanti alla tv. Era diventata una vera e propria sofferenza. Non ce la faccio più!".

Kakà torna dunque sul futuro. Il suo, ovviamente, legato però con un doppio filo a quello del Milan. Le sue idee sono chiare e sembrano confermare la sua volontà di restare in rossonero. "Tutti sanno che abbiamo bisogno di ringiovanire la squadra e di potenziarla - aggiunge il brasiliano - Maldini chiuderà la sua carriera, Emerson non c'è più". Kakà spera di avere un Milan con un "equilibrato mix di giovani e anziani, come nel 2003". Le sue ambizioni di crescita per la squadra fanno pensare a una permanenza in Italia e sembrano allontanare una sua tanto discussa partenza verso grandi società come il Real Madrid o il Manchester United. "Anche il Milan è un grande club e credo nel suo progetto".

Allontanate definitivamente le sirene anche del Manchester City, che a dicembre aveva offerto oltre cento milioni di euro per il suo acquisto. "Ho pensato molto a quella proposta. Ho vissuto un periodo molto importante nella mia vita che mi ha fatto capire tutto ciò che rappresenta il Milan per me. Questo episodio mi ha aiutato a capire molte cose e ne sono uscito più forte. Ho valutato tutti i pro e i contro con la mia famiglia, ho pesato cosa mi avrebbe spinto a restare oppure ad andare via e alla fine il bilancio era tutto a favore del Milan".

Non solo Kakà, il presente del Milan si chiama Carlo Ancelotti e quello di Ancelotti si chiama Milan. Lo ha  sostenuto a Vicenza il tecnico rossonero. "Alleno questa squadra e continuerà a farlo ancora per un po'", ha spiegato a margine della presentazione della  postazione "Mind Room" nella sede di Confindustria Vicenza. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano conferma su una "blindatura" del contratto sino al 2012, il tecnico ha sottolineato che "non c'è bisogno di blindare nulla, ho un contratto con il Milan sino al 2010, quindi sono già blindato".

Ancelotti ha anche escluso di poter chiedere un doppio ruolo, alla Ferguson, di primo allenatore e manager che si opccupa anche del mercato. "A me piace lavorare in campo - ha detto -  quindi continuerò a fare solamente l'allenatore".