Lippi: "Dopo la Nazionale non allenerò altri club"
CalcioIl ct azzurro parla del suo futuro, della crisi del nostro calcio e di Maradona: "Non è escluso che in futuro faccia qualche altra cosa nel calcio. Il calcio italiano non è quello dei club ma quello della Nazionale. Per gli argentini Diego è un oracolo"
"Non allenerò più squadre di club, ma non è escluso che in futuro faccia qualche altra cosa nel calcio": lo ha detto stasera il ct della Nazionale, Marcello Lippi, partecipando a Parigi a un dibattito pubblico organizzato dalla 'Dante Alighieri'. Rispondendo ad alcune domande sul suo futuro in panchina, Lippi ha più volte ripetuto che il suo sogno era da sempre la Nazionale azzurra e che, dopo aver vinto il Mondiale, "sarebbe assurdo" sedere sulla panchina di un'altra Nazionale.
Dopo aver lasciato nel 2006 la panchina azzurra, Marcello Lippi ha ricevuto molte offerte da club che lo volevano e anche "da alcune Federazioni straniere, ad esempio il Messico. Anche da qualche europea, ma non dico quale". "Ma - ha aggiunto - era un'eventualità impensabile per chi ha vinto un Mondiale". Lippi ha poi evocato il caso di Giovanni Trapattoni, ora ct dell'Irlanda: "La differenza fra altri e me - ha detto - è che loro non hanno vinto il Mondiale e non conoscono quella sensazione. Se penso che devi dire agli irlandesi le stesse cose che dicevi a Gattuso e Materazzi... per me sarebbe stato impensabile".
Calcio italiano in crisi e strapotere di quello inglese? Marcello Lippi non è d'accordo: "Il calcio italiano - ha detto il ct azzurro - non è quello dei club ma quello della Nazionale. E noi siamo ancora campioni del mondo. Così come il calcio inglese non è quello della Nazionale inglese". Lippi ha aggiunto che i club italiani sono comunque sempre stati ai vertici negli ultimi anni e che "non si può vincere sempre".
"Se ci si potesse introdurre, invisibili, nello spogliatoio dell'Argentina, si vedrebbero 11 giocatori a bocca aperta che ascoltano lui, Maradona, che parla. Per gli argentini Diego è un oracolo". "Ha già fatto molto bene al Mondiale 2006 - ha detto Lippi - con Maradona andrà certamente meglio. Lui ha fatto molto meno di quello che avrebbe potuto come giocatore, e farà molto bene come ct".
"Quando una persona sbaglia e poi paga - ha aggiunto, sempre con riferimento al Pibe de oro - non bisogna continuare poi a prendersela ancora con lui. Lui ha pagato e ci sono tanti modi di pagare: sul piano professionale, delle amicizie, della famiglia".
Dopo aver lasciato nel 2006 la panchina azzurra, Marcello Lippi ha ricevuto molte offerte da club che lo volevano e anche "da alcune Federazioni straniere, ad esempio il Messico. Anche da qualche europea, ma non dico quale". "Ma - ha aggiunto - era un'eventualità impensabile per chi ha vinto un Mondiale". Lippi ha poi evocato il caso di Giovanni Trapattoni, ora ct dell'Irlanda: "La differenza fra altri e me - ha detto - è che loro non hanno vinto il Mondiale e non conoscono quella sensazione. Se penso che devi dire agli irlandesi le stesse cose che dicevi a Gattuso e Materazzi... per me sarebbe stato impensabile".
Calcio italiano in crisi e strapotere di quello inglese? Marcello Lippi non è d'accordo: "Il calcio italiano - ha detto il ct azzurro - non è quello dei club ma quello della Nazionale. E noi siamo ancora campioni del mondo. Così come il calcio inglese non è quello della Nazionale inglese". Lippi ha aggiunto che i club italiani sono comunque sempre stati ai vertici negli ultimi anni e che "non si può vincere sempre".
"Se ci si potesse introdurre, invisibili, nello spogliatoio dell'Argentina, si vedrebbero 11 giocatori a bocca aperta che ascoltano lui, Maradona, che parla. Per gli argentini Diego è un oracolo". "Ha già fatto molto bene al Mondiale 2006 - ha detto Lippi - con Maradona andrà certamente meglio. Lui ha fatto molto meno di quello che avrebbe potuto come giocatore, e farà molto bene come ct".
"Quando una persona sbaglia e poi paga - ha aggiunto, sempre con riferimento al Pibe de oro - non bisogna continuare poi a prendersela ancora con lui. Lui ha pagato e ci sono tanti modi di pagare: sul piano professionale, delle amicizie, della famiglia".