Ilaria si confessa: il mio calcio, un romanzo popolare

Calcio
Ilaria D'Amico, la regina del calcio
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L'INTERVISTA. La Signora del pallone italiano riceve il Premio Ischia: io mi diverto molto a fare questo mestiere e non lo vivo come un momento di tensione, nemmeno quando si discute animatamente con i protagonisti del calcio. LA GALLERY DI ILARIA D'AMICO

Campioni che partono, campioni che restano, campioni che incantano: il calcio di Ilaria D'Amico, volto di Sky e personaggio tv dell'anno per lo sport, è un "romanzo popolare".

"Sulla vicenda di Ibrahimovic non è stata ancora scritta la  parola fine. Il giocatore ha detto in tutte le salse che preferirebbe giocare a Busto Arsizio, piuttosto che rimanere all'Inter. Mi pare che il messaggio di Ibra sia stato anche recepito dai tifosi nerazzurri". Ne è convinta la D'Amico, ammirata signora del calcio italiano. Dopo una stagione agonistica trascorsa virtualmente dentro le case di milioni di italiani abbonati a Sky, Ilaria rallenta e guarda con occhio 'indiscreto' alle vicende del calcio, sempre in bilico fra esaltazione, ambizioni più o meno legittime e sogni infranti.

"Considero Ibra una delle cosa più emozionanti del calcio -  fa notare la D'Amico - gli riconosco questo grande fascino, che  li si sprigiona dai piedi, dal talento, dalla classe. Detto questo, sui comportamenti mi arresto e guardo senza capire. Per quanto riguarda una Serie A meno ricca di campioni, noi siamo un po' come l'inflazione, continuiamo ad impoverirci, ad arricchirci, a salire, a scendere. Facevamo questi discorsi anche 5 anni fa, poi ci furono i Kakà, gli Ibrahimovic, o le nostre stelle come i Luca Toni. Non credo vi sia scarsa voglia di campioni, piuttosto penso ad un ridimensionamento dettato dalla crisi mondiale. La politica del Real Madrid somiglia a quella del Manchester o del Chelsea di qualche anno fa: c'è un momento in cui tutti i grandi club, come la stessa Inter o il Milan, hanno fatto dei fasti il proprio biglietto da visita irrinunciabile, poi c'è sempre un momento in cui investi tanto e vinci poco. Io credo che questo succederà anche in Spagna, dove non si vive certo un momento di congiuntura positiva dal  unto di vista finanziario. Tutto questo mi sembra in contrasto con quello che sta succedendo nel mondo. Quei club appartengono veramente ai tifosi, è giusto che i soldi dei tifosi vengano reinvestiti, a patto però che le casse siano in equilibrio. Ma lo sono davvero? Io ci andrei a guardare dentro. Non sempre l'equazione campioni-successi funziona ed il Real Madrid lo  sa".

Ilaria ha vinto il Premio Ischia per la sezione sport. Un riconoscimento alla carriera di una donna che ha saputo abbattere certe barriere, entrare metaforicamente negli spogliatoi delle squadre, così come nelle case degli italiani, per portare una ventata di freschezza. "La consegna del Premio Ischia non è per me da considerare l'apice della carriera -  riconosce - ma il risultato di un lavoro costruttivo. Quando mi hanno chiamato per comunicarmi che mi era stato assegnato questo riconoscimento mi sono emozionata come quando l'Italia vinse la finale dei Mondiali 2006. Considero il Premio Ischia una cosa da guardare, da sempre, con profondo rispetto. Basta scorrere l'albo d'oro per rendersi conto della cura che viene riservata alla scelta dei premiati. Io mi diverto come una pazza a raccontare il romanzo popolare del calcio, quindi considero questo per me un cerchio che si riapre, non che si chiude, un motivo d'orgoglio di una carriera alla quale ho dedicato 10 anni con una passione infinita. Mi sono perfino appassionata di recente per la finale della Confederations Cup, suscitando lo stupore dei miei compagni di lavoro. Io mi diverto molto a fare questo mestiere e non lo vivo come un momento di tensione, nemmeno quando si discute animatamente con i protagonisti del  calcio".

La conduttrice tv guarda avanti e riconosce che, "innanzi  tutto bisogna consolidare questa valigia piena di passione che  mi porto dietro a Sky, dove si riesce a lavorare con entusiasmo  e senza spocchia". "E poi - aggiunge - ci aspettano tante avventure: dai Mondiali alle Olimpiadi. Ripetersi è molto  difficile, ci vuole grinta e determinazione. Per quanto riguarsa l'altra mia passione, la parte d'inchiesta con Exit, che richiede fatica, sudore, tensioni, ma mi gratifica tanto - conclude - posso solo essere soddisfatta,  visto che è diventato il programma con i maggiori ascolti in prima serata de La7. Per me è stata una stagione faticosissima, ma straordinaria".