Leonardo: "Voglio lo spirito del 2007". E spunta Kakà

Calcio
Leonardo alla vigilia del trofeo Berlusconi ha strigliato i suoi
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Il brasiliano si presenta a sorpresa a Milanello. Il tecnico striglia i suoi: "Ronaldinho deve venire qui ad allenarsi. Se sta bene, fa la differenza. Il nostro chiodo fisso deve essere il 2007, ci davano per spacciati e abbiamo portato a casa 3 trofei"

Visita a sorpresa di Kakà ai suoi ex compagni rossoneri all'inizio dell'allenamento pomeridiano a Milanello. Il fuoriclasse brasiliano, che ieri ha trascinato il Real Madrid alla vittoria in un'amichevole con la Real Sociedad, è stato applaudito dalla squadra, secondo quanto si legge sul sito ufficiale del Milan. Kakà ha parlato a lungo con il tecnico Leonardo e poi ha saluto uno ad uno i suoi ex compagni di squadra.

"Ronaldinho ha 29 anni, deve venire qui ad allenarsi. Se sta bene, fa la differenza Non lo seguiamo con i carabinieri...". Leonardo, allenatore del Milan, alla vigilia del 'Trofeo Berlusconi' risponde così alla raffica di domande su Ronaldinho. Il brasiliano è chiamato a riscattarsi dopo la scorsa annata, nella quale non ha brillato. "Ronaldinho è un giocatore a disposizione della squadra, non faccio valutazioni specifiche. Se un giocatore è in condizione, io ci credo: è un discorso che vale per tutti, non c'è un trattamento speciale per lui", dice Leonardo. "Ronaldinho si sta impegnando, deve crescere in termini di costanza. Al momento, mi pare prematuro pensare ad una valutazione", aggiunge evidenziando che la condizione del giocatore non è ancora al top. "Se il riferimento è il Ronaldinho di 4 anni fa, siamo un po' lontani. Ronaldinho ha 29 anni ed è sano: può dimostrare tutto il suo talento. Se sta bene, fa la differenza", dice Leonardo.

"La base della squadra è questa. Il mercato non cambierà il Milan, le motivazioni possono farlo". Leonardo non si aspetta rivoluzioni dalle ultime due settimane di campagna acquisti. Il tecnico rossonero pensa che la svolta possa arrivare dal comportamento della squadra. "Quello che potrà cambiare il Milan è l'atteggiamento. Qui ci sono giocatori che hanno vinto tutto, che sono qui da 8-9 anni. Bisogna abbinare obiettivi personali e collettivi. A fare la differenza saranno la voglia, l'orgoglio: sembrano frasi fatte ma non è così. Il Milan è un gruppo che deve trovare una motivazione in più", dice Leonardo alla vigilia del Trofeo Berlusconi in programma domani contro la Juventus.

"Basta lamentele, non dobbiamo farci trascinare in una situazione negativa", dice chiudendo una travagliata estata, nella quale i rossoneri hanno incassato k.o. a ripetizione. "Non sono pessimista – dice -. Abbiamo dovuto fare i conti con tante piccole situazioni, ma non penserò a infortuni e contrattempi per spiegare le sconfitte subite durante l'estate. La realtà è che abbiamo fatto tanta fatica in questa preparazione, ma domani avremo a disposizione  quasi tutta la rosa". "La preparazione ci è servita anche per evidenziare gli errori, ma si sono viste anche situazioni positive. A livello fisico abbiamo avuto riscontri importanti", aggiunge.

"Il nostro chiodo fisso deve essere il 2007: tutti ci davano per spacciati e invece abbiamo portato a casa tre trofei". A tracciare la linea del nuovo Milan targato Leonardo, provvede uno dei senatori della squadra, uno che quel 2007 lo ha vissuto da protagonista: Rino Gattuso. Effettivamente le analogie tra quel Milan e quello di oggi ci sono. Anche allora si parlava di 'vecchietti' e di 'fine di un ciclo'. C'è almeno una differenza, enorme, rispetto al presente.