Cannavaro a Bossi: l'inno di Mameli non va cambiato

Calcio
Il capitano della Nazionale contesta la proposta di Umberto Bossi: Mameli non si tocca
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Il capitano azzurro, in qualche modo simbolo dell'unità nazionale dalla notte in cui ha alzato al cielo a Berlino la Coppa del Mondo: io lo canto, all'estero è apprezzatissimo, per non parlare del coro che intonano i nostri emigrati. GUARDA I VIDEO

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"A me l'inno di Mameli piace, mi pare chiaro. E lo canto pure in mondovisione. Ma contesto anche che la gente non lo conosca: persino all'estero è apprezzatissimo, per non parlare del coro che intonano i nostri emigrati". Fabio Cannavaro, in qualche modo simbolo dell'unità nazionale dalla notte in cui ha alzato al cielo a Berlino la Coppa del Mondo di calcio ed ancora capitano azzurro, interviene così nel dibattito aperto dal ministro delle riforme per il federalismo, Umberto Bossi. "Poi, per carità - conclude il calciatore, prima di partecipare alla presentazione della programmazione sportiva di Sky -  ognuno è libero di pensarla come vuole, ma dire che l'inno di Mameli non piace...".



Poi, due parole sulla squadra. Troppi vecchi in Nazionale? "Sono critiche che ci scivolano addosso", la replica del capitano azzurro, Fresco di record di presenze ("127 cominciano a essere tante"), il difensore è infatti convinto che la vecchia guardia abbia ancora molto da dare. "Io dico spesso che ho avuto la fortuna di vincere un Mondiale a quasi 33 anni - continua - Ho vinto il Pallone d'Oro e il Fifa World Player a 33 anni, per i miei compagni c'è ancora la possibilità di vincere qualcosa". In Sudafrica, insomma, l'Italia avrà le carte in regola per difendere il titolo. "Ma prima bisogna qualificarsi", ricorda ancora Cannavaro.