Ghezzal, gol al Milan per festeggiare l'inizio del Ramadan
CalcioE' quello segnato contro i rossoneri dall'attaccante del Siena, nato in Francia da genitori algerini e musulmano praticante: ''Osservo il digiuno nel giorno libero, quando non ci sono né partite né allenamenti''. GUARDA LA FOTOGALLERY
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Un gol al Milan per festeggiare l'inizio del Ramadan. E' quello segnato ieri, nell'anticipo serale, da Abdel Kader Ghezzal, attaccante del Siena, nato in Francia da genitori algerini, musulmano praticante. O almeno lo è, praticante, nei giorni in cui non si gioca. "Osservo il digiuno nel giorno libero, quando non ci sono né partite né allenamenti", spiega. Quella di Ghezzal non è una scelta di opportunismo o ipocrisia, ma una necessità legata alla sua professione di atleta: "Ho sempre osservato il Ramadan - racconta - ma ho dovuto cambiare le mie abitudini per motivi di salute dal primo anno in cui sono professionista. Ero a Crotone: dopo due settimane mi sono sentito male e ho dovuto interrompere".
Da allora la sua osservanza del Ramadan è cambiata: niente cibo né bevande dall'alba al tramonto come richiesto, ma solo se non si lavora. Eppure ci sono altri atleti musulmani che riescono a coniugare fede e attività sportiva: "Ma è questione anche di costituzione fisica - risponde Ghezzal -. Io sono un giocatore che non si risparmia su niente. Houssine Kharja, mio compagno l'anno scorso a Siena e quest'anno al Genoa, invece riesce a osservarlo per intero, tranne il giorno della partita".
La scelta di Ghezzal è consapevole e ragionata: nessun problema di coscienza col suo credo religioso, l'attaccante del Siena non si sente per questo un musulmano all'acqua di rose: "Giocare a calcio è un modo per guadagnarsi da vivere. Non ci è richiesto di stare male, ma di osservare il digiuno se ci sono le giuste condizioni". Intanto, pur osservandolo a modo suo, Ghezzal ha trovato come festeggiare l'inizio del Ramadan: "Il gol al Milan è stata una bella soddisfazione a livello personale, anche perché li abbiamo messi in difficoltà. Peccato solo per il risultato finale".
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Da allora la sua osservanza del Ramadan è cambiata: niente cibo né bevande dall'alba al tramonto come richiesto, ma solo se non si lavora. Eppure ci sono altri atleti musulmani che riescono a coniugare fede e attività sportiva: "Ma è questione anche di costituzione fisica - risponde Ghezzal -. Io sono un giocatore che non si risparmia su niente. Houssine Kharja, mio compagno l'anno scorso a Siena e quest'anno al Genoa, invece riesce a osservarlo per intero, tranne il giorno della partita".
La scelta di Ghezzal è consapevole e ragionata: nessun problema di coscienza col suo credo religioso, l'attaccante del Siena non si sente per questo un musulmano all'acqua di rose: "Giocare a calcio è un modo per guadagnarsi da vivere. Non ci è richiesto di stare male, ma di osservare il digiuno se ci sono le giuste condizioni". Intanto, pur osservandolo a modo suo, Ghezzal ha trovato come festeggiare l'inizio del Ramadan: "Il gol al Milan è stata una bella soddisfazione a livello personale, anche perché li abbiamo messi in difficoltà. Peccato solo per il risultato finale".