Lotito: "Mai trattato giocatori che praticano il Ramadan"

Calcio
Ramadan? Lotito preferisce non trattare i giocatori che lo praticano
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Il patron della Lazio: "Rispetto la libertà religiosa e i comportamenti con cui si esprime ma cerco di prevenire". Mohamed Nour Dachan, presidente della UCOII sul caso Muntari: "Credo che Mourinho potrebbe parlare un po' meno". I GOL DELLA SERIE A

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Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, sollecitato dai giornalisti al termine dell'assemblea di Lega a Milano, ha spiegato come si rapporta con le esigenze dei giocatori musulmani che osservano il ramadan in periodo di preparazione di gare ufficiali. "Rispetto la libertà religiosa e i comportamenti con cui si esprime - ha sottolineato Lotito -, ma cerco di prevenire cose che possono ritardare la preparazione o lo svolgimento delle gare. Non ho mai trattato giocatori che abbiano questo problema". Il patron della Lazio ha aggiunto che "specie se si devono disputare competizioni importanti o finali", è importante avere giocatori senza limitazioni o condizionamenti nel lavoro  di preparazione da svolgere.

La posizione dell'UCOII -
"Credo che Mourinho potrebbe parlare un po' di meno". Lo ha detto Mohamed Nour Dachan, presidente dell'UCOII (Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia), intervistato da Sky sulle dichiarazioni  dell'allenatore dell'Inter, secondo il quale la prova negativa contro il Bari di Sulley Muntari, musulmano praticante, sarebbe dipesa anche dal Ramadan.

"Un giocatore praticante non e' detto che renda meno,  perche' sappiamo dalla Medicina dello Spor che la stabilita'  mentale e la psicologia nello sportivo lo fanno rendere  moltissimo sul campo - afferma Dachan - Un giocatore credente  nel cristianesimo, nell'ebraismo o nell'Islam avra' sicuramente  una psicologia molto tranquilla e renderà di più".

Il trainer di Muntari contro Mou - Sulley Alì Muntari ha risorse  fisiche e caratteriali più che sufficienti per continuare a giocare nell'Inter anche durante il mese di Ramadan, iniziato domenica scorsa. A dirlo è Stefano Tirelli, docente di Scienze motorie all'Università Cattolica di Milano e preparatore del centrocampista ghanese quando questi si allena con la sua nazionale. Lavora con Muntari dal 2006 e ha molta esperienza di calciatori e Ramadan, avendo seguito anche Emirati e Qatar. "Non tutti reagiscono allo stesso modo alle privazioni e  allo scombussolamento del rapporto sonno-veglia dovuti al Ramadan - spiega Tirelli all'Ansa -: ci sono atleti che subiscono molto e hanno meno energia in allenamento e in gara.  Altri invece che con risorse caratteriali, emotive e genetiche riescono ad avere performance adeguate. Muntari fa parte di  questi ultimi".

"Non l'ho sentito negli ultimi giorni - dice Tirelli -, ma è un ragazzo coerente e quindi il Ramadan lo segue sul serio. Penso però che domenica contro il Bari ci siano state una serie di circostanze concomitanti, non un rapporto diretto tra Ramadan e prestazione. Conoscendo Mourinho (con cui collaborava al  Chelsea per l'altro ghanese Michael Essien, ndr) non mi stupirei che la prossima volta gli facesse giocare i 90 minuti".

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