Ronaldinho: "Ora sono felice, alle bugie rispondo con i gol"

Calcio
Ronaldinho esulta con Pato e Flamini dopo il successo a Siena nell'esordio di campionato
SIENA-MILAN

Il giocatore del Milan è soddisfatto dell'avvio di stagione ed è pronto a smentire gli scettici: "L'allenatore mi dà fiducia, il presidente mi dà fiducia, la squadra crede in me. Questo è il momento più bello da quando sono al Milan". GUARDA I GOL DELLA A

GUIDA TV: COSI' MILAN-INTER SU SKY

GUARDA I GOL DELLA PRIMA GIORNATA

COMMENTA NEL FORUM DEL MILAN   

Segnali di crescita nel Trofeo Berlusconi, una grande prestazione a Siena (guarda i gol del Milan). Ronaldinho sta tornando, forse è già tornato, ma di sicuro è un giocatore diverso rispetto a quello visto nell'ultima parte della scorsa stagione. "Rispetto all'anno scorso sono un uomo felice. Gioco 90 minuti, ho la fiducia di tutti e mi sento bene - spiega in un'intervista al Corriere della Sera -. Se c'è allegria, anche il rendimento in campo ne risente". Quindi Berlusconi ha avuto ragione a puntare su di lui: "Spero proprio di sì - dice Ronaldinho -. Sono felicissimo. L'allenatore mi dà fiducia, il presidente mi dà fiducia, la squadra crede in me. Questo è il momento più bello da quando sono al Milan". 

Ronaldinho assicura che non c'è stato nessun giuramento su un tavolino davanti a tutti i compagni. "Non è vero, non è mai successo - spiega -. Questa è l'ennesima falsità che gira sul mio conto. Io a differenza di altri non parlo mai delle cose del Milan. Quello che succede nello spogliatoio non deve uscire: nella mia carriera non sono mai andato in giro a raccontare i fatti della squadra. Ma io non mi arrabbio più. Ho deciso di rispondere solo sul campo". E sabato arriva il derby, l'anno scorso fu lui a punire i nerazzurri nella stracittadina d'andata. "Quella notte rappresentò per me un momento marcante, decisivo. Segnavo il mio primo gol con la maglia del Milan, in un derby. Ricordo tutto: la partita, la felicità dopo il gol, la festa che mi fece la squadra. Poi mi capitarono diversi infortuni, l'allenatore mi lasciò fuori mandando in campo altri giocatori. Io mi dovevo abituare a un nuovo calcio e a un nuovo paese. Ora sono un uomo diverso: innanzitutto capisco l'italiano. All'inizio incontrai difficoltà perché non comprendevo niente di quello che mi dicevano. Ora ho tutte le istruzioni per l'uso per affrontare il campionato italiano".

Ronaldinho parla anche della tanta panchina fatta lo scorso anno dopo novembre, proprio quando Kakà si lamentò del nuovo assetto tattico. "La formazione la faceva Ancelotti... ritenne che fosse meglio per la squadra che giocassero altri uomini", si limita a dire Ronaldinho che poi torna sulle tante cose che si dicono sul suo conto: "su di me circolano una serie infinita di falsità, ma sono preparato". Dopo aver mandarto un "in bocca al lupo" al suo ex compagno di squadra Eto'o ("ma a partire dalla terza di campionato"), si dice convinto che in Champions League il Milan possa "arrivare fino in fondo. Può diventare campione grazie agli uomini d'esperienza che ci sono qui". Berlusconi lo vuole attaccante. "Nella mia carriera ho sempre fatto il trequartista. Ora è giusto che io venga schierato dove vuole l'allenatore: di certo, più sono vicino alla porta avversaria e meglio è". Ronaldinho vuole fare una grande stagione, anche per non perdere i Mondiali. La Seleçao gli manca "tantissimo. Io voglio andare in Sudafrica e diventare campione del mondo. La convocazione di Dunga rappresenterà uno stimolo in più". Si conclude con l'obiettivo della stagione: "Sono venuto al Milan per vincere. Penso che sia arrivato il momento di farlo".