Dalla fabbrica al calcio vero: ecco l'Arma segreta del Toro
CalcioFaceva carrelli elevatori ammirando i calciatori italiani e adesso è uno di loro: Rachid Arma, marocchino classe 1985, inizia la sua avventura col Torino. Ha scelto la maglia numero 22
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Dal Marocco all'Italia, dalla fabbrica in cui lavorava part-time al calcio che conta. E' la storia di Rachid Arma, operaio marocchino fino all'anno scorso ed oggi attaccante del Torino.
"Facevo carrelli elevatori - racconta il giovane - ora giocherò con i calciatori che ammiravo in televisione. So cosa vuol dire essere fortunati...". Al Torino Arma è arrivato a suon di gol. L'anno scorso ne ha realizzati 9 in 24 partite, con la maglia della Spal. La squadra emiliana l'aveva pescato tra i dilettanti della Sambonifacese e per farlo giocare ha dovuto ingaggiare una battaglia legale con la Lega Pro.
"Dicevano che non potevo giocare perché ero extracomunitario - ricorda - ma poi il Tribunale ha accolto il mio ricorso". Una fortuna per lui che da bambino è arrivato in Italia con la madre, per ricongiungersi al papà operaio in Veneto, e che nel frattempo è andato a scuola e si è anche diplomato. Al Toro indosserà il 22, "perché - dice - è il mio numero fortunato". E' musulmano e rispetta il Ramadan, "ma non - assicura - quando ci sono le partite".
Dal Marocco all'Italia, dalla fabbrica in cui lavorava part-time al calcio che conta. E' la storia di Rachid Arma, operaio marocchino fino all'anno scorso ed oggi attaccante del Torino.
"Facevo carrelli elevatori - racconta il giovane - ora giocherò con i calciatori che ammiravo in televisione. So cosa vuol dire essere fortunati...". Al Torino Arma è arrivato a suon di gol. L'anno scorso ne ha realizzati 9 in 24 partite, con la maglia della Spal. La squadra emiliana l'aveva pescato tra i dilettanti della Sambonifacese e per farlo giocare ha dovuto ingaggiare una battaglia legale con la Lega Pro.
"Dicevano che non potevo giocare perché ero extracomunitario - ricorda - ma poi il Tribunale ha accolto il mio ricorso". Una fortuna per lui che da bambino è arrivato in Italia con la madre, per ricongiungersi al papà operaio in Veneto, e che nel frattempo è andato a scuola e si è anche diplomato. Al Toro indosserà il 22, "perché - dice - è il mio numero fortunato". E' musulmano e rispetta il Ramadan, "ma non - assicura - quando ci sono le partite".