Marino saluta Napoli: in 5 anni ho fatto anche belle cose

Calcio
Pierpaolo Marino era arrivato al Napoli nel 2004
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L'ex direttore generale degli azzurri tradisce un pizzico di nostalgia nella conferenza stampa convocata per i saluti: "Sicuramente ho commesso gli errori, come tutte le persone che lottano". GUARDA GRATIS TUTTI I GOL DEL NAPOLI

Il brutto inizio di stagione del Napoli ha lasciato la prima vittima sul campo, Pierpaolo Marino. Il calcio viaggia seguendo strettamente la logica dei risultati e spesso è spietata. Va via l'uomo che ha rifondato e ha costruito materialmente il nuovo Napoli, precipitato anni fa nel punto più basso della sua storia calcistica in una realtà nuova e sconosciuta, la C1. Inevitabile un pizzico di nostalgia, come si legge dalle parole dell'interessato in una conferenza stampa appositamente convocata per salutare tutti e ripercorrere la sua storia partenopea che è stata un continuo crescendo fino alla seconda metà della passata stagione quando la squadra ha accusato una pesante involuzione che ha poi portato all'esonero di Edy Reja, sostituito dall'ex ct azzurro Roberto Donadoni che sembra ancora non essere riuscito a trovare la giusta quadratura del cerchio.

Qualcosa non è andata per il verso giusto, qualche errore è stato indubbiamente commesso e il direttore generale è stato il primo ad essere messo in discussione dal patron. Ieri è stata sancita la fine della storia con la risoluzione consensuale del rapporto avvenuto al termine di un incontro tra lo stesso Marino e De Laurentiis presso la sede della Filmauro. Come recitava la nota ufficiale i due protagonisti "hanno compreso che ad un certo punto del cammino la 'mission' era stata felicemente compiuta portando a conclusione la prima parte di un progetto di rinascita". "Non sono qui per una conferenza stama da lacrime ma per salutare tutto il Napoli e i miei collaboratori - ha spiegato Marino -. Il percorso si è chiuso dopo 5 anni precisi, a conclusione del mio primo mandato contrattuale. C'era stato un rinnovo nell'agosto del 2008 per altri cinque anni ma ieri ho rinunciato parlando con il presidente con il quale ci siamo lasciati con una stretta di mano e una commozione reciproca. Ho fatto la battuta, quella di avere con me le chiavi del custode di Castelvolturno perché in questi anni tutte le vesti sono ricadute su di me. Quando ho accettato la chiamata di De Laurentiis, lasciando l'Udinese dove stavo benissimo, l'ho fatto per tornare e dare una mano al Napoli, caduto nel momento più basso della sua storia e per riprendere un discorso che avevo lasciato. A un certo punto mi hanno anche prestato la stanzetta del direttore dell'albergo per portare avanti le pratiche di tesseramento, ma poi gli servì e mi sono ritrovato nella hall di un albergo. Non avevo neppure un fax e una scrivania e in quel momento mi sono anche spaventato e mi sono chiesto forse ho sbagliato".

"E' stato solo un attimo - ha osservato Marino - perché sono abituato a pedalare quando prendo una bicicletta. Siamo passati dalla C alla A in 3 anni. Abbiamo giocato nel campionato di B più competitivo della storia: siamo arrivati moralmente primi in classifica, perché c'era la Juventus. Abbiamo battuto il Milan, non facendolo andare in Champions. Sicuramente ho commesso gli errori, come tutte le persone che lottano. Lascio un Napoli forte come squadra, che vale più dei 7 punti. Il mio lavoro va considerato nell'arco dei 5 anni".

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