Mantova, un santone e un prete per tornare a vincere

Calcio
Il presidente del Mantova, Fabrizio Lori
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Curiosa decisione del presidente del club lombardo, Fabrizio Lori. Assunti un santone, pranoterapeuta che deve scacciare la negatività dai giocatori, e un prete, padre spirituale dei biancorossi, per rilanciare la squadra nel campionato cadetto

Il presidente Fabrizio Lori, evidentemente, non crede alla svolta del Mantova sul campo con la prima vittoria in campionato con il Grosseto se lunedì scorso, due giorni dopo la partita, alla squadra ha presentato il nuovo collaboratore che, per la sua mise e i suoi compiti, si vocifera da motivatore, è già stato soprannominato il santone. "E' un medico molto bravo", si era limitato a dire il presidente presentandolo ai giocatori e allo staff tecnico, invitando tutti alla massima discrezione. Cosicchè nessuno ha ancora voluto parlare nè delle mansioni nè dell'operato del nuovo collaboratore che si dice sia sudamericano, forse uruguayano, si chiami Julio e abbia avuto in passato collaborazioni con importanti club calcistici europei.

Tra i tifosi subito si è diffuso un senso di ilarità verso quell'uomo che si presenta al campo vestito di nero con collane e anelli, che dovrebbe fare il pranoterapeuta-motivatore ma che, sempre si dice, parla anche di negatività attorno ai giocatori da scacciare . "Non mi piacciono le facili ironie fatte sul tema, io non ci trovo nulla di strano in quella presenza", aveva commentato subito l'allenatore Serena, confermando che la società, sull'argomento, ha chiesto a tutti il massimo riserbo. Va detto che già con Di Carlo in panchina, Lori fece sottoporre la squadra all'esame di un sensitivo e a sedute di pranoterapie, tutte con ottimi risultati se si considera come andava il Mantova sul campo allora rispetto ad oggi. Forse Lori non vuol ripetere ciò che fece l'anno scorso quando al capezzale di un Mantova malato alternò ben quattro allenatori.

Già da tempo, Lori ha voluto un sacerdote vicino alla panchina, a due passi dall'allenatore, per le partite al Martelli: è don Giorgio, il padre spirituale dei biancorossi, gran tifoso e soprannominato Padre ciabatta, legato da profonda amicizia alla famiglia del presidente, che non si perde una partita in casa dei biancorossi. Intanto, per cercare di proteggere la concentrazione della squadra in riva al Mincio non si trascura alcun dettaglio. Da ieri, infatti, il campo centrale del Te, dove solitamente i biancorossi si allenano, è stato oscurato su due lati con delle reti di protezione: "Sono i lati dove passano continuamente le auto - dice Serena - gli allenamenti sono sempre aperti al pubblico".

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