Lotito: io, l'alfiere del calcio sostenibile
CalcioIl presidente della Lazio si sente un modello da seguire: "Non vince chi più spende. Ho dato ai colleghi spunti di riflessione che hanno portato a una riduzione degli ingaggi. Accadrà anche all'estero". GUARDA GLI HIGHLIGHTS DELLA LAZIO SU SKY.it
Una sorta di fervore missionario spinge Claudio Lotito, 52 anni, da cinque presidente della Lazio, a concentrarsi più sulla crociata per un calcio etico che sulle contestazioni per il non certo esaltante rendimento della squadra. "Non mi piace rivendicare in prima persona il ruolo del grande moralizzatore", minimizza con modestia Lotito in un'anticipazione di un'intervista l'Espresso. "E' una percezione che altri hanno di me per il lavoro che svolgo. Quando sono entrato nel mondo del calcio la consuetudine esaltava un discutibile assioma: più spendi più vinci. Io al contrario ho cercato di riportare in primo piano i valori olimpici: la professionalità, lo spirito di sacrificio, la meritocrazia", aggiunge ancora Lotito.
Quando acquistò la Lazio nel 2004 la situazione finanziaria del club non era delle migliori. "Ho ereditato bilanci più disastrati di quelli dell'Alitalia: circa 550 milioni di debiti, di cui 150 richiesti dal Fisco, e un monte ingaggi di 120 milioni. L'anno scorso il budget si e' chiuso con 26 milioni di utili -dice con orgoglio il patron biancoceleste-. E intanto abbiamo vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. A dimostrazione che non è un'utopia ottenere risultati rispettando il rigore finanziario".
Lotito è convinto di rappresentare un modello da seguire. "Ho fornito ai colleghi, con il mio comportamento, alcuni spunti di riflessione che in generale hanno portato a una riduzione degli ingaggi. Anche in campo internazionale questa idea del calcio sostenibile comincia a produrre i suoi frutti. Joseph Blatter, presidente della Fifa, ha cominciato a parlare di salary cap. Michel Platini, presidente dell'Uefa, ha disposto che dal 2013 le squadre che non hanno un equilibrio finanziario non potranno partecipare alla Champions League".
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Quando acquistò la Lazio nel 2004 la situazione finanziaria del club non era delle migliori. "Ho ereditato bilanci più disastrati di quelli dell'Alitalia: circa 550 milioni di debiti, di cui 150 richiesti dal Fisco, e un monte ingaggi di 120 milioni. L'anno scorso il budget si e' chiuso con 26 milioni di utili -dice con orgoglio il patron biancoceleste-. E intanto abbiamo vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. A dimostrazione che non è un'utopia ottenere risultati rispettando il rigore finanziario".
Lotito è convinto di rappresentare un modello da seguire. "Ho fornito ai colleghi, con il mio comportamento, alcuni spunti di riflessione che in generale hanno portato a una riduzione degli ingaggi. Anche in campo internazionale questa idea del calcio sostenibile comincia a produrre i suoi frutti. Joseph Blatter, presidente della Fifa, ha cominciato a parlare di salary cap. Michel Platini, presidente dell'Uefa, ha disposto che dal 2013 le squadre che non hanno un equilibrio finanziario non potranno partecipare alla Champions League".
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