Gattuso sta con Bossi: "Ma non tocchi l'Inno di Mameli"
CalcioE' nato in Calabria, ma il milanista dice di condividere diversi aspetti della politica leghista: "Al Sud molte cose sono rimaste a 50 anni fa, serve il pugno duro". Ringhio però si tiene stretto l'inno: "Non si cambia, ora lo cantiamo tutti in Nazionale"
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Il programma Mediaset 'Le Iene' propone un'intervista a Rino Gattuso e torna su alcune dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Milan al 'Corriere della Sera'. Gattuso, nato in provincia di Cosenza, afferma di condividere diversi aspetti della politica leghista e di Bossi in particolare. Gattuso affronta diverse tematiche tra cui l'immigrazione, il federalismo fiscale, la politica italiana, i problemi delle sua terra, l'inno nazionale e l'importanza dei dialetti.
Parlando della Calabria, il giocatore ammette: "Abbiamo una bellissima terra, abbiamo tutto, però le strade sono rimaste quelle di 50 anni fa, i problemi sono rimasti sempre gli stessi, quindi forse Bossi non dice cose sbagliate, forse per fare migliorare le cose ci vuole il pugno duro".
Riguardo la proposta di sostituire l'inno di Mameli con il 'Và, Pensiero' (da Nabucco di Verdi) si sfoga ridendo: "Neanche lo conosco il 'Và, Pensiero', non so neanche come comincia. Hanno rotto per tanti anni che non cantavamo l'inno, ora che l'abbiamo imparato tutti, lo vogliono cambiare. Ci facevano le puntate intere perché non cantavamo l'inno".
E sul federalismo fiscale: "Per tanti anni sono arrivati i soldi al Mezzogiorno, qualche cosa è stata fatta ma io voglio vedere opere pubbliche, voglio vedere le strade, nessuno parla della 106 o della Salerno-Reggio Calabria dove ci sono sempre lavori in corso; i soldi vanno alla regione e i soldi vanno spesi, bisogna responsabilizzare le regioni e vanno spesi per la tutela della gente che ci vive. Perché, mi ripeto, se le cose sono restate per tanti anni sempre le stesse qualcosa va cambiato".
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