Mou, Special One nell'andarsele a cercare. Tutte le imprese

Calcio
José Mourinho con le mani fra i capelli. E' uno Special One nell'andarsele a caercare
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Dal celeberrimo "zero tituli" agli insulti ai giornalisti, dai presunti complotti ordìti dagli arbitri alle accuse di "prostituzione intellettuale". Multe, ammende, diffide, protagonismi e intemperanze del litigioso tecnico dell'Inter. GUARDA I VIDEO

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Il gesto delle manette e altre intemperanze durante Inter-Sampdoria sono costate 3 giornate di squalifica a José Mourinho, oltre a 40 mila euro di multa. E' solo l'ultimo, clamoroso capitolo di un rapporto difficile del portoghese con gli arbitri e non solo. Un allenatore sempre sulla graticola, eppure quest'anno era finora andata meglio dell'anno scorso: un anno fa il giorno del suo 46° compleanno coincise per Mourinho con una giornata di squalifica, quest'anno in "regalo" per il tecnico campione d'Italia era arrivato solo un deferimento.

Fin dai tempi del Chelsea tra lo Special One e i direttori di gara non c'è mai stato feeling. E da quando è in Italia si è fatto subito apprezzare per le sue doti di comunicatore, per le sue provocazioni nei confronti dei club rivali (il suo graffiante "zero tituli" è diventato uno slogan). Ma anche per le sue accuse alla classe arbitrale.

Sul piano della giustizia sportiva Mourinho non si è fatto mancare niente: tre espulsioni (due da Orsato), deferimenti e decine e decine di migliaia di euro di ammende. Dopo il derby del 24 gennaio scorso l'allenatore dell'Inter, insieme con l'amministratore delegato nerazzurro Ernesto Paolillo, è stato deferito, poi ha patteggiato (ammenda di 18 mila euro) per i dubbi espressi dopo il derby sulla regolarità del campionato. In quell'occasione non ha parlato esplicitamente di "complotto", ma l'idea era quella: accusando l'arbitro Rocchi per l'espulsione di Sneijder l'allenatore portoghese aveva detto che in campo "è stato fatto il tutto per tutto per non far vincere l'Inter".

Parole pesanti a cui si sono accompagnati i "segnali molto antipatici" del presidente Massimo Moratti e la "volontà non leale di riaprire il campionato" dell'ad nerazzurro Paolillo. L'anno scorso Mourinho venne espulso proprio il giorno prima del suo compleanno. Nella partita del Meazza contro la Sampdoria disse qualche parolina di troppo all'arbitro Celi, dopo un intervento su Stankovic. Nel dopopartita spiegò che l'arbitro "aveva paura di fischiare per noi". Il giorno dopo arrivò puntuale la squalifica, anche se la vera "stangata" la subì Adriano con tre giornate grazie alla prova tv. Il 15 marzo altra espulsione per Mourinho (la prima da Orsato), sempre a San Siro, questa volta contro la Fiorentina, sempre per proteste. Allora lo fece - spiegò - per difendere il "pupillo" Santon: per quelle intemperanze l'allenatore evito' la squalifica, rimediò soltanto un'ammenda di 10 mila euro con diffida.

L'ultima squalifica il 21 settembre dello scorso: il giudice sportivo dopo Cagliari-Inter squalificò per un turno lo Special One (oltre a un'ammenda di 15 mila euro) per "aver contestato platealmente una decisione arbitrale e indirizzato reiteratamente pesanti insulti" ancora a Orsato. Allora Mourinho venne espulso al 13' della ripresa per aver protestato per la mancata ammonizione ad Astori per un intervento falloso su Balotelli. Una squalifica che colse di sorpresa dallo stesso Moratti: "Non ce l'aspettavamo" disse allora il presidente, che aggiunse: "Non vorrei che la sua vivacità fosse scambiata per aggressività".

Ma Mourinho era stato deferito anche dopo essere finito sotto indagine dalla Figc per le offese rivolte al giornalista del Corriere dello Sport Andrea Ramazzotti in occasione della partita di Bergamo con l'Atalanta del 13 dicembre scorso. Il tecnico ha poi patteggiato il 4 febbraio pagando 13 mila euro di multa. Ora l'episodio delle manette nell'elettrica gara di sabato con la Sampdoria su cui ha deciso il Giudice Sportivo con una stangata nei confronti del tecnico, di quattro giocatori e del dirigente Oriali.