Mou interrompe il silenzio: "La febbre di Mario è una bugia"
CalcioLo Special One rompe il silenzio e fa subito rumore: "Io e il dottor Combi sappiamo che Mario stava bene, farlo giocare con la febbre non sarebbe stato etico. Non c'è bisogno dell'allenatore in panchina per vincere se la squadra ha l'atteggiamento giusto"
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di Francesco Monari
Uno squarcio di luce nell'ombra del silenzio stampa. Lampi sulle condizioni dell'Inter, che si prepara ai riflettori della lotta scudetto e della Champions. C'è voluto uno strappo alla regola dello Special One, che ancora una volta si dimostra tale, rilasciando una breve intervista alla Gazzetta dello Sport, proprio mentre il giudice sportivo rinunciava all'estensione della sua squalifica, e il capitano Zanetti sollevava il premio Turani per il fairplay lontano dai microfoni. Mentre da Catania Lo Monaco lo punzecchiava e il collega Mihajlovic gli tendeva mezza mano.
Argomenti? I soliti. Balotelli, gli arbitri, naturalmente la squadra: brava, forte di carattere, anche senza di lui. "Se la squadra gioca bene, con l'atteggiamento giusto", spiega Mou "non c'è bisogno dell'allenatore in panchina per vincere. Io non gioco, non segno, non paro". E non piange nemmeno, Mourinho, per il pareggio interno contro il Genoa di domenica scorsa: "preferisco pareggiare una partita onesta. Ci sono pareggi e pareggi: quelli che arrivano per errori degli altri, quelli che arrivano per colpa nostra". Eccola, la nuova stilettata agli arbitri: quasi un monito in vista del suo ritorno a bordocampo, tra due giornate.
Nel mirino anche Mario Balotelli, non più giustificato per la modesta prestazione contro il Genoa: niente febbre, spiega Mou. "Io e il dottor Combi sappiamo che Mario non l'aveva. Farlo giocare non sarebbe stato etico". Ultimo lampo: "La febbre di Mario è una bugia". Lampo che abbaglia, ma non chiarisce. Dalla zona d'ombra, adesso, si attende la reazione.
di Francesco Monari
Uno squarcio di luce nell'ombra del silenzio stampa. Lampi sulle condizioni dell'Inter, che si prepara ai riflettori della lotta scudetto e della Champions. C'è voluto uno strappo alla regola dello Special One, che ancora una volta si dimostra tale, rilasciando una breve intervista alla Gazzetta dello Sport, proprio mentre il giudice sportivo rinunciava all'estensione della sua squalifica, e il capitano Zanetti sollevava il premio Turani per il fairplay lontano dai microfoni. Mentre da Catania Lo Monaco lo punzecchiava e il collega Mihajlovic gli tendeva mezza mano.
Argomenti? I soliti. Balotelli, gli arbitri, naturalmente la squadra: brava, forte di carattere, anche senza di lui. "Se la squadra gioca bene, con l'atteggiamento giusto", spiega Mou "non c'è bisogno dell'allenatore in panchina per vincere. Io non gioco, non segno, non paro". E non piange nemmeno, Mourinho, per il pareggio interno contro il Genoa di domenica scorsa: "preferisco pareggiare una partita onesta. Ci sono pareggi e pareggi: quelli che arrivano per errori degli altri, quelli che arrivano per colpa nostra". Eccola, la nuova stilettata agli arbitri: quasi un monito in vista del suo ritorno a bordocampo, tra due giornate.
Nel mirino anche Mario Balotelli, non più giustificato per la modesta prestazione contro il Genoa: niente febbre, spiega Mou. "Io e il dottor Combi sappiamo che Mario non l'aveva. Farlo giocare non sarebbe stato etico". Ultimo lampo: "La febbre di Mario è una bugia". Lampo che abbaglia, ma non chiarisce. Dalla zona d'ombra, adesso, si attende la reazione.