Milan e Inter, quando in panchina siede il dottor Freud

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La psicologia conta più della strategia. Dopo la batosta di Catania e il 4-0 di Manchester, nerazzurri e rossoneri reagiscono in modo diverso. Il Milan con l'ottimismo di chi, oggi, si gioca l'aggancio in vetta. VIDEO, FOTO E GLI HIGHLIGHTS SU SKY.it

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di Vera Spadini

In panchina siede Freud. Saranno le lezioni all'Università di Setubal o a quella di Coverciano, ma la psicologia conta più della strategia. Il professor Mourinho alla batosta di Catania ha reagito facendo la voce grossa e costringendo i suoi giocatori a un'ammissione collettiva di colpa. A Milanello la terapia è stata diversa: dopo il 4-0 di Manchester Leonardo disse che era inutile analizzare quella partita. Non era una dichiarazione di resa, l'analisi era solo rimandata.

E' diventata pubblica nella conferenza che precede un'altra partita, quella contro il Chievo: vincendola, il Milan si porterebbe a un punto dall'Inter, riaprendo ufficialmente la lotta per lo scudetto. Invece di caricare la serata di un significato da dentro o fuori che metterebbe di nuovo a dura prova l'equilibrio psicologico dei suoi calciatori, Leonardo che cosa ha scelto di fare? Sposta l'attenzione sul passato, sugli errori di un passato che era stato già compromesso con la sconfitta a San Siro.

Sulle sue scelte, su Beckham mandato in panchina, sul trio d'attacco Borriello Huntelaar Ronaldinho, sui problemi della difesa. Quasi un ammonimento: guai a illudersi, a considerare tutto scontato. Siete campioni capaci di sbagliare, non illudetevi che sia facile vincere contro il Chievo. Detto così, senza dirlo. Tanto per dimostrare che la lezione del professor Freud l'ha studiata con sentimento.

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