Livorno, Ruotolo si ripresenta: "Io ci credo per davvero"
CalcioIl tecnico amaranto parla nel giorno del suo ritorno sulla panchina del Livorno, dopo l'esonero di Serse Cosmi. Allenerà senza tutor grazie a una proroga di 60 giorni concessa dalla federazione, ed ha già diretto il suo primo allenamento
I GOL DEL LIVORNO SU SKY.it
"Ho detto alla squadra che sono qui perché ci credo, perché voglio il miracolo e perché sono convinto che il Livorno si possa ancora salvare". Si presenta così Gennaro Ruotolo nel giorno del suo ritorno sulla panchina del Livorno, dopo l'esonero di Serse Cosmi. Il tecnico, che allenerà senza tutor grazie a una proroga di 60 giorni concessa dalla federazione, ha diretto il suo primo allenamento. Non avrà neppure un vice, Ruotolo, perché ancora non si conosce chi siederà con lui in panchina.
Tornano invece al loro posto il preparatore atletico Palmieri e quello dei portieri Boccafogli. A dispetto delle circostanze - in primis, la classifica - Ruotolo guarda avanti e parla con entusiasmo delle gare che rimangono: "Faremo sei finali - dice - un po' come lo furono le cinque partite della stagione scorsa ai play off che ci regalarono la seria A". Anche in quell'occasione l'ex giocatore di Genoa e Livorno, fedelissimo di Aldo Spinelli, subentrò in corsa, anzi a corsa quasi finita. Guidò la squadra nell'ultima giornata della regular season, al posto dell'esonerato Leo Acori, e poi nella cavalcata trionfale ai play off. Un successo che gli regalò la conferma. Ma i tre punti in otto gare sono costati anche a lui il licenziamento, anche se poi è rimasto nella famiglia amaranto con l'incarico di guidare la Primavera (formazione che ora è alla ricerca di un altro tecnico).
"Non ho recriminazioni da fare - dice Ruotolo - e credo che questi mesi mi siano serviti per imparare dove ho sbagliato". Non chiamerà, però, Serse Cosmi. "Conosco molto bene la squadra - spiega - e non è necessario che ci parliamo. Se comunque capiterà, sarà utile. Ora dobbiamo pensare solo alla partita contro l'Udinese. Per noi è una partita da dentro o fuori. Ma io ci credo. Ho sempre avuto questa mentalità, anche quando giocavo. Rispetto per tutti, ma paura di nessuno. Chi entra in campo con la paura ha già perso. Io credo invece che noi possiamo vivere una bellissima sfida. Dobbiamo andare in campo con la voglia di stupire chi crede che invece siamo già morti".
"Ho detto alla squadra che sono qui perché ci credo, perché voglio il miracolo e perché sono convinto che il Livorno si possa ancora salvare". Si presenta così Gennaro Ruotolo nel giorno del suo ritorno sulla panchina del Livorno, dopo l'esonero di Serse Cosmi. Il tecnico, che allenerà senza tutor grazie a una proroga di 60 giorni concessa dalla federazione, ha diretto il suo primo allenamento. Non avrà neppure un vice, Ruotolo, perché ancora non si conosce chi siederà con lui in panchina.
Tornano invece al loro posto il preparatore atletico Palmieri e quello dei portieri Boccafogli. A dispetto delle circostanze - in primis, la classifica - Ruotolo guarda avanti e parla con entusiasmo delle gare che rimangono: "Faremo sei finali - dice - un po' come lo furono le cinque partite della stagione scorsa ai play off che ci regalarono la seria A". Anche in quell'occasione l'ex giocatore di Genoa e Livorno, fedelissimo di Aldo Spinelli, subentrò in corsa, anzi a corsa quasi finita. Guidò la squadra nell'ultima giornata della regular season, al posto dell'esonerato Leo Acori, e poi nella cavalcata trionfale ai play off. Un successo che gli regalò la conferma. Ma i tre punti in otto gare sono costati anche a lui il licenziamento, anche se poi è rimasto nella famiglia amaranto con l'incarico di guidare la Primavera (formazione che ora è alla ricerca di un altro tecnico).
"Non ho recriminazioni da fare - dice Ruotolo - e credo che questi mesi mi siano serviti per imparare dove ho sbagliato". Non chiamerà, però, Serse Cosmi. "Conosco molto bene la squadra - spiega - e non è necessario che ci parliamo. Se comunque capiterà, sarà utile. Ora dobbiamo pensare solo alla partita contro l'Udinese. Per noi è una partita da dentro o fuori. Ma io ci credo. Ho sempre avuto questa mentalità, anche quando giocavo. Rispetto per tutti, ma paura di nessuno. Chi entra in campo con la paura ha già perso. Io credo invece che noi possiamo vivere una bellissima sfida. Dobbiamo andare in campo con la voglia di stupire chi crede che invece siamo già morti".