Calciopoli, com'è cominciata e cosa può succedere. I VIDEO
CalcioE' stato il grande giorno del processo di Napoli nel quale Moggi ha cercato di dimostrare la sua innocenza rispetto allo scandalo che travolse il calcio italiano. Nuove intercettazioni: l'Inter rischia lo scudetto 2006? GUARDA I VIDEO CON TUTTA LA STORIA
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Una dozzina di tifosi della Juve, iscritti allo Juve fans club di Cercola (Napoli), si è radunata già dal mattino dinanzi alla sede del Tribunale di Napoli per l'udienza del processo Calciopoli in cui la difesa dell'ex dg della Juventus, Luciano Moggi, chiederà di acquisire agli atti una serie di intercettazioni. Sotto una pioggia battente, i supporter bianconeri hanno esposto uno striscione con la eloquente scritta 'Senti chi parla' e indossano sciarpe e felpe della Juve oltre a magliette ironiche nei confronti dell'Inter. L'ingresso nel Palazzo di Giustizia però è stato loro negato.
L'aula 216, dove si svolge l'udienza, si è subito riempita di giornalisti e fotoreporter. Tra gli imputati presenti l'ex designatore degli arbitri, Pierluigi Pairetto, e le ex giacchette nere De Santis e Bertini.
A Napoli riprende dunque oggi il processo su Calciopoli per l'udienza più attesa. Al di là della prosecuzione del controesame del colonnello Auricchio, il responsabile dell'indagine che ha portato lo scandalo in un'aula di tribunale, l'attenzione di tutti è rivolta alla richiesta che avanzeranno i legali di Moggi, Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino, ovvero l'acquisizione delle intercettazioni che nel 2006 non furono trascritte e che per la difesa dell'ex direttore generale della Juventus dimostrerebbero invece che la tanto famigerata cupola non è mai esistita. I testi di alcune di queste intercettazioni sono stati diffusi nei giorni scorsi e per la prima volta sono comparsi presidenti e dirigenti di società rimasti estranei, del tutto o in parte, allo scandalo, da Moratti a Facchetti, passando per Cellino, Galliani e Spalletti.
La tesi dei legali di Moggi è che queste telefonate, ignorate dagli inquirenti, dimostrano che l'allora dirigente bianconero non era l'unico ad avere contatti con arbitri o designatori e che anzi questa era una pratica comune. Una sorta di "tutti colpevoli, tutti innocenti" che punterebbe a scagionare Moggi, anche se l'accusa insiste sul fatto che sono i contenuti delle telefonate a fare dell'ex dg juventino il 'grande burattinaio'. In effetti, fin qui, di compromettente le nuove intercettazioni non hanno evidenziato granché ma c'è da scommettere che Prioreschi e Trofino abbiano i loro assi nella manica, tanto che Nicola Penta, consulente sportivo di Moggi, rivela che in una delle intercettazioni c'è un presidente di club che contatta uno dei designatori, invitandolo a passare "da casa del maggiore azionista della società che ti deve dare un regalo".
Se altri club finiranno nel calderone è presto per saperlo e alla finestra c'è pure la Federcalcio, dove il procuratore Palazzi per ora si limita a prendere appunti, in attesa di capire se e quali nuovi sviluppi possano essere presi in esame. Da Napoli, infatti, potrebbero emergere novità tali da rimettere in moto la giustizia sportiva per finire il lavoro cominciato nel 2006, anche se ci sono i termini di prescrizione da prendere in esame. A rischio potrebbe esserci lo scudetto assegnato a tavolino all'Inter.
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Una dozzina di tifosi della Juve, iscritti allo Juve fans club di Cercola (Napoli), si è radunata già dal mattino dinanzi alla sede del Tribunale di Napoli per l'udienza del processo Calciopoli in cui la difesa dell'ex dg della Juventus, Luciano Moggi, chiederà di acquisire agli atti una serie di intercettazioni. Sotto una pioggia battente, i supporter bianconeri hanno esposto uno striscione con la eloquente scritta 'Senti chi parla' e indossano sciarpe e felpe della Juve oltre a magliette ironiche nei confronti dell'Inter. L'ingresso nel Palazzo di Giustizia però è stato loro negato.
L'aula 216, dove si svolge l'udienza, si è subito riempita di giornalisti e fotoreporter. Tra gli imputati presenti l'ex designatore degli arbitri, Pierluigi Pairetto, e le ex giacchette nere De Santis e Bertini.
A Napoli riprende dunque oggi il processo su Calciopoli per l'udienza più attesa. Al di là della prosecuzione del controesame del colonnello Auricchio, il responsabile dell'indagine che ha portato lo scandalo in un'aula di tribunale, l'attenzione di tutti è rivolta alla richiesta che avanzeranno i legali di Moggi, Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino, ovvero l'acquisizione delle intercettazioni che nel 2006 non furono trascritte e che per la difesa dell'ex direttore generale della Juventus dimostrerebbero invece che la tanto famigerata cupola non è mai esistita. I testi di alcune di queste intercettazioni sono stati diffusi nei giorni scorsi e per la prima volta sono comparsi presidenti e dirigenti di società rimasti estranei, del tutto o in parte, allo scandalo, da Moratti a Facchetti, passando per Cellino, Galliani e Spalletti.
La tesi dei legali di Moggi è che queste telefonate, ignorate dagli inquirenti, dimostrano che l'allora dirigente bianconero non era l'unico ad avere contatti con arbitri o designatori e che anzi questa era una pratica comune. Una sorta di "tutti colpevoli, tutti innocenti" che punterebbe a scagionare Moggi, anche se l'accusa insiste sul fatto che sono i contenuti delle telefonate a fare dell'ex dg juventino il 'grande burattinaio'. In effetti, fin qui, di compromettente le nuove intercettazioni non hanno evidenziato granché ma c'è da scommettere che Prioreschi e Trofino abbiano i loro assi nella manica, tanto che Nicola Penta, consulente sportivo di Moggi, rivela che in una delle intercettazioni c'è un presidente di club che contatta uno dei designatori, invitandolo a passare "da casa del maggiore azionista della società che ti deve dare un regalo".
Se altri club finiranno nel calderone è presto per saperlo e alla finestra c'è pure la Federcalcio, dove il procuratore Palazzi per ora si limita a prendere appunti, in attesa di capire se e quali nuovi sviluppi possano essere presi in esame. Da Napoli, infatti, potrebbero emergere novità tali da rimettere in moto la giustizia sportiva per finire il lavoro cominciato nel 2006, anche se ci sono i termini di prescrizione da prendere in esame. A rischio potrebbe esserci lo scudetto assegnato a tavolino all'Inter.