L'ex designatore durante l'udienza al Tribunale di Napoli: ''La federazione ci spingeva perché avessimo rapporti con le società di calcio in modo da evitare polemiche che finissero sui giornali, e anche a dire in anticipo le griglie degli arbitri''
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"La federazione ci spingeva perché avessimo rapporti con le società di calcio in modo da evitare polemiche che finissero sui giornali, e anche a dire in anticipo le griglie degli arbitri". Lo ha detto l'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto rendendo dichiarazione spontanea nel corso dell'udienza nel processo a Calciopoli in corso a Napoli. "Dire le griglie nei giorni precedenti - ha ricordato Pairetto - non era una cosa vietata né commentata negativamente dalla Federcalcio".
E per illustrare la prassi delle conversazioni tra dirigenti di società e designatori arbitrali, Pairetto ha ricordato due episodi riguardanti Perugia e Palermo. Nel primo caso l'ex designatore ha rievocato l'episodio dell'arbitro Nucini aggredito a fine partita dal calciatore del Perugia Coly che per quest'episodio fu fermato per otto giornate. "Il caso volle - ha detto Pairetto - che Coly rientrasse in occasione di un Genoa-Perugia per il quale fu designato proprio Nucini. Fu per questo che la federazione ci invitò a chiamare il figlio del presidente del Perugia Gaucci".
Altro episodio ricordato da Pairetto riguarda un sorteggio arbitrale di cui fu chiesta la ripetizione per una preclusione nei confronti di Collina che era stato sorteggiato per la partita del Palermo. "Fu così - ricorda Pairetto - che chiamammo Zamparini, presidente della societa' rosanero, per spiegargli l'accaduto".
Prima di Pairetto è intervenuto, sempre per rendere dichiarazioni spontanee, l'ex dg della Juve Luciano Moggi che ha espresso, tra l'altro, critiche sul contro esame del colonnello dei carabinieri Auricchio, l'investigatore di Calciopoli: "O non ha risposto o ha detto cose fuori posto, come per esempio su Baldini", ha detto prima di essere interrotto dal presidente del Collegio giudicante Teresa Casoria che lo ha invitato "a non fare un comizio".
"La federazione ci spingeva perché avessimo rapporti con le società di calcio in modo da evitare polemiche che finissero sui giornali, e anche a dire in anticipo le griglie degli arbitri". Lo ha detto l'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto rendendo dichiarazione spontanea nel corso dell'udienza nel processo a Calciopoli in corso a Napoli. "Dire le griglie nei giorni precedenti - ha ricordato Pairetto - non era una cosa vietata né commentata negativamente dalla Federcalcio".
E per illustrare la prassi delle conversazioni tra dirigenti di società e designatori arbitrali, Pairetto ha ricordato due episodi riguardanti Perugia e Palermo. Nel primo caso l'ex designatore ha rievocato l'episodio dell'arbitro Nucini aggredito a fine partita dal calciatore del Perugia Coly che per quest'episodio fu fermato per otto giornate. "Il caso volle - ha detto Pairetto - che Coly rientrasse in occasione di un Genoa-Perugia per il quale fu designato proprio Nucini. Fu per questo che la federazione ci invitò a chiamare il figlio del presidente del Perugia Gaucci".
Altro episodio ricordato da Pairetto riguarda un sorteggio arbitrale di cui fu chiesta la ripetizione per una preclusione nei confronti di Collina che era stato sorteggiato per la partita del Palermo. "Fu così - ricorda Pairetto - che chiamammo Zamparini, presidente della societa' rosanero, per spiegargli l'accaduto".
Prima di Pairetto è intervenuto, sempre per rendere dichiarazioni spontanee, l'ex dg della Juve Luciano Moggi che ha espresso, tra l'altro, critiche sul contro esame del colonnello dei carabinieri Auricchio, l'investigatore di Calciopoli: "O non ha risposto o ha detto cose fuori posto, come per esempio su Baldini", ha detto prima di essere interrotto dal presidente del Collegio giudicante Teresa Casoria che lo ha invitato "a non fare un comizio".