Totti e i suoi fratelli, se il fuoriclasse perde la testa
CalcioLa dura entrata su Balotelli nella finale di Coppa Italia è l'ultimo di una serie di colpi proibiti che il capitano giallorosso ha rifilato agli avversari. Con Zidane, Cristiano Ronaldo e Messi, però, il 'Pupone' è in buona compagnia
IL CALCIO DI TOTTI A BALOTELLI: ECCO COSA PENSANO GLI ITALIANI
di ALFREDO ALBERICO
Francesco Totti, più genio o più sregolatezza? Il "core" della Roma giallorossa sul banco degli imputati dopo il calcione rifilato a Mario Balotelli negli ultimi minuti della finale di Coppa Italia persa contro l'Inter. Un "raptus pallonaro"che fa pendant con lo spintone, anch'esso gratuito, dato poco prima a Milito e con una serie di altri gesti dallo scarso fair play che qualche macchia sulla sua straordinaria carriera l'hanno lasciata.
Europei 2004, in principio fu lo sputo. Si gioca in Portogallo, dove l'Italia di Trapattoni arriva dopo aver superato a fatica il suo girone. Contro la Danimarca finisce zero a zero, con Totti inchiodato dalla prova tv per aver sputato ad un avversario. Si tratta di Christian Poulsen, ritrovato qualche anno più tardi, nel 2008, come avversario nella Juventus. La Uefa non perdona: tre giornate di squalifica. Per i media Totti diventa "il lama italiano".
Serie A 2007, lo spintone. Quando perde la bussola, il re del cucchiaio, delizioso colpo con la punta dello scarpino che manda in tilt i portieri, non guarda in faccia a nessuno. Lo sa bene il suo preparatore atletico e amico fraterno Vito Scala. Espulso dopo uno scambio di colpi proibiti con il livornese Galante, il capitano giallorosso manda al tappeto il povero Scala che gli si fa incontro per cercare di calmarlo.
Serie A 2008, la scazzottata. Questa volta è Manninger, portiere del Siena oggi alla Juve, la vittima della crisi di nervi del 'Pupone', che lo colpisce con un pugno per togliergli il pallone. L'arbitro Dondarini non lo espelle.
Totti e il linguaggio non verbale. Nel repertorio del fuoriclasse anche numerose provocazioni, come la maglietta con la scritta "Vi ho purgato ancora" mostrata ai tifosi della Lazio dopo il gol del 3-1 nel derby vinto nell'aprile 1999 e il pollice verso dell'ultimo trionfo nella stracittadina, da lui stesso definito una goliardata. Indimenticabile, poi, il gesto del "4 gol, muti e tutti a casa" indirizzato alla panchina della Juventus umiliata all'Olimpico nella stagione '98/'99.
Non solo 'Pupone'. Ma Totti è in buona compagnia. Non è l'unico fuoriclasse al quale improvvisamente parte la brocca. Una specie di comportamento seriale che sembra scattare soprattutto in chi ha vinto il Pallone d'oro. Pensate alla testata di Zidane a Materazzi nella finale Italia-Francia dei Mondiali 2006 (per il New York Times l'evento sportivo del decennio) e gli sputi di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi rispettivamente ai danni di Robbie Savage del Derby County e Duda del Malaga. Campioni sì, ma non di stile.
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