Bufera "tessera del tifoso". De Rossi chiede scusa

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Il centrocampista aveva dichiarato: "Sono contrario alla tessera del tifoso, perché non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi, servirebbe anche la tessera del poliziotto". Ma dopo le polemiche e l'indignazione della Polizia, ha chiesto scusa

Le scuse di De Rossi - "Mi rendo conto di aver usato un'espressione infelice e me ne scuso, le generalizzazioni sono sempre sbagliate". La marcia indietro di Daniele De Rossi arriva in serata con una dichiarazione all'ANSA, dopo che le sue dichiarazioni sulla tessera del tifoso hanno scatenato una bufera di polemiche. "Non volevo mettere in discussione il ruolo delle Forze dell'Ordine - aggiunge il centrocampista azzurro - e ho grande rispetto per l'impegno di tanti agenti e di tanti poliziotti che ogni domenica lavorano per  garantire la sicurezza nel calcio".

L'indignazione del Capo della Polizia - "Letteralmente indignato" per una "volgare strumentalizzazione" di un episodio che deve ancora essere chiarito dalla magistratura. Il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, risponde con durezza alle critiche rivolte dal giocatore della Nazionale Daniele De Rossi alla tessera del tifoso ma, soprattutto, non accetta le accuse rivolte ai poliziotti. "Sono letteralmente indignato - dice Manganelli rispondendo ad una domanda a margine della presentazione di un libro che si è tenuta nella Scuola superiore di Polizia - e non certo perché ci sia qualcuno che non condivide una certa iniziativa, esprimendo un più che legittimo dissenso. Quello che mi indigna - prosegue il prefetto - è la volgare strumentalizzazione di un'occasionale episodio, certamente riprovevole, oggi al vaglio della magistratura, che mette sullo stesso piano delinquenti violenti e poliziotti che darebbero anche la vita per difendere tutti". "Perfino persone - conclude Manganelli - che fanno dichiarazioni del genere”.

Le polemiche - L'uscita di De Rossi e' rimbalzata rapidamente alle orecchie del ministro Roberto Maroni e non gli è suonata affatto bene: "Dichiarazioni che non condivido. Si tratta di una persona che andrà a rappresentare l'Italia ai Mondiali, un personaggio pubblico che ha un certo seguito. Uno si sforza tanto di mandare dei messaggi positivi...". Poco dopo anche la Federcalcio, che con Viminale e Lega calcio condivide l'introduzione della tessera, ha fatto sentire il suo disappunto, confermando "pieno apprezzamento per il lavoro che le forze dell'ordine svolgono costantemente per garantire serenità e sicurezza al mondo del calcio". E per rafforzare il concetto il presidente Abete ha telefonato al giocatore, richiamandolo al massimo rispetto per l'impegno di quanti lavorano alla sicurezza intorno agli stadi. Decisamente dure le prese di posizione dei sindacati di polizia. "Oltre alla tessera del tifoso – è intervenuto il segretario del Sap, Nicola Tanzi - sono necessarie misure legislative che prevedano la detenzione in carcere per chi delinque durante le manifestazioni sportive". Per il segretario generale del Siulp, Felice Romano, con le sue parole De Rossi ha dimostrato "poco rispetto nei confronti di chi rischia la vita, per garantire la sicurezza dei cittadini e anche per far arricchire quelli come lui".

La vicenda - "Sono contrario alla tessera del tifoso, perché non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi, viste le ultime vicende, servirebbe anche la tessera del poliziotto": Daniele De Rossi, dal ritiro della nazionale, ha ribadito la sua contrarietà all'iniziativa promossa dal Viminale, scatenando le reazioni dello stesso ministero dell'Interno, della Figc e di vari sindacati di polizia. Il centrocampista della Roma non lo ha nominato, ma è certo che il suo pensiero vada a Stefano Gugliotta, il giovane fermato, picchiato da un poliziotto ed infine arrestato la sera del 5 maggio, dopo la finale di Coppa Italia tra Inter e Roma, benché si trovasse a passare solo casualmente nei pressi dello stadio. Circa un anno fa lo stesso ct Marcello Lippi aveva espresso perplessità sull'iniziativa, anche se usando toni molto pi- blandi. Parole che già allora non erano piaciute al Viminale. La tessera, ha aggiunto De Rossi, "non credo sia la soluzione del problema. Certo, se un ultrà va in giro con un coltello e colpisce un'altra persona non è uno normale. Ma non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzetto che non c'entra nulla".

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