Cassano, Cambiasso, Legrottaglie: ecco il nostro Mondiale
CalcioL'INTERVISTA. Tre grandi "esclusi" ci raccontano come stanno seguendo Sudafrica 2010: tra pronostici, squadre rivelazione e giocatori che stupiranno, ci svelano come la pensano. LO SPECIALE MONDIALI
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di Vanni Spinella
Le scelte tecniche di Maradona e Lippi li costringono a seguire Sudafrica 2010 da lontano. Antonio Cassano, Esteban Cambiasso e Nicola Legrottaglie hanno ormai smaltito la delusione, ma il clima Mondiale si respira ovunque: inevitabile parlarne, impossibile non seguirlo.
C’è chi lo fa “da tifoso” come il Cuchu nerazzurro e chi saltella da una partita all’altra (“ho visto un tempo di una, un tempo di un’altra: le big però le ho seguite quasi tutte”, dice Legrottaglie). E Cassano, ha visto la nazionale di Lippi? “A dir la verità no, non ho potuto. Ho sentito solo il risultato. Io sono innamorato della maglia azzurra, ma visto che non si può, si deve tifare Italia e basta”.
Il clima Mondiale è contagioso, e si azzarda anche qualche pronostico. Cassano è fiducioso e vede la Nazionale “tra le prime quattro: Italia e Germania non vengono mai inserite tra le favorite, poi arrivano sempre lì. Per carattere, personalità, grinta. Le favorite però sono Spagna e Brasile”.
Concorda Legrottaglie che individua “quattro forze: Brasile, Argentina, Spagna e Inghilterra. Poi, al posto di una di queste, può subentrare una sorpresa: una tra Italia, Germania e Olanda. L’Olanda in particolare mi affascina. Soprattutto per la convinzione con cui arrivano alcuni giocatori che a livello di club hanno vinto tutto o quasi tutto: penso a Sneijder, Robben, Van Bommel. Saranno dei trascinatori per tutti gli altri”.
Le sorprese, secondo Cambiasso, arriveranno invece dal Sudamerica: “Mi intriga vedere che approccio avranno Cile e Paraguay. Sono squadre che nessuno si aspetta e che nelle qualificazioni hanno fatto cose sorprendenti. Storicamente sono di taglio difensivo, un po’ come l’Italia, ma ora hanno cambiato filosofia: pressano molto e hanno giocatori di qualità. Sarà una sorpresa: un po’ come se all’improvviso l’Italia si mettesse a giocare come la Spagna”.
Non convincono, invece, le africane “padrone di casa”. “Su tutte vedo la Costa d’Avorio – dice Cambiasso - però dipende molto da come sta Drogba”. Più duro Legrottaglie: “Secondo me è ancora presto per vederne una arrivare davvero in fondo. Ancora non ci siamo. Corrono corrono ma dietro almeno una palla-gol a partita te la concedono sempre”.
E l’Italia, vista da fuori? Ce lo dice Cambiasso: “L’Italia è sempre l’Italia”. Nonostante lo scetticismo degli italiani, che vedono il 2006 come un ricordo lontano? “Certo. L’ultimo che ha sollevato la coppa è sempre Cannavaro”.
Il Mondiale ha anche il potere di lanciare e rilanciare i giocatori. Cambiasso ha le idee chiare: “Ne dico uno che nessuno sta più nominando tra i principi del calcio, posto che Messi è il re. È Kakà: secondo me sarà lui il miglior giocatore del mondiale".
Legrottaglie è rimasto folgorato da Ozil ed elogia Chiellini ("in quel ruolo è il più forte che c'è in questo momento. Anche Mourinho l'ha cercato, e non è certo uno stupido").
Cassano, invece, ha occhi solo per Messi: “è il calciatore più grande della storia. Da tre anni è il più forte di tutti, e ha solo 23 anni. Ora voglio passare il turno preliminare con la Samp per giocare contro il Barcellona e contro di lui”.
I grandi esclusi sono però quelli che fanno più discutere. "Guardo l'Argentina, non vedo Zanetti e rimango impressionato - dice Legrottaglie - Con tutto il rispetto per chi scende in campo al suo posto, uno come Zanetti dovrebbe giocare a occhi chiusi". Poi una "carezza" a Cambiasso: "Veron è un grande, ma per come gioca l'Argentina potrebbe essere un problema. Lui rallenta il ritmo, gioca quasi da fermo e a livello di recupero non c'è: uno come Cambiasso non può mancare".
In ogni caso, l’anno prossimo, per tutti e tre, si riparte con nuovi allenatori. Per Cambiasso si riparte soprattutto dalla storica tripletta. Pericolo di appagamento dopo un successo atteso da anni? “Nessun pericolo. Altrimenti dovevamo essere appagati già dopo il primo scudetto: l’Inter non lo vinceva da anni ed è stata un’impresa storica. E ne abbiamo vinti 5 di fila”.
Anche Legrottaglie è già carico: “Sono anni che speravo che Del Neri potesse avere una chance del genere. Lui è uno che insegna calcio, tecnicamente è il numero uno. Ci darà la filosofia giusta per voltare pagina e iniziare anche a divertirci”. Magari tappando qualche falla in difesa. Un reparto che nonostante la stagione deludente ha fornito tre titolari alla Nazionale di Lippi: “E potevamo essere cinque!" – puntualizza il difensore bianconero.
Tocca a Cassano, che presto conoscerà Di Carlo: “Un bravissimo allenatore e come persona è ancora meglio. Se lo farò divertire? Io faccio divertire tutti i miei allenatori, nel bene e nel male”.
Ci arriverà dopo il matrimonio, con la testa a posto una volta per tutte: "Donne? Ho bruciato l'agendina due anni fa".
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di Vanni Spinella
Le scelte tecniche di Maradona e Lippi li costringono a seguire Sudafrica 2010 da lontano. Antonio Cassano, Esteban Cambiasso e Nicola Legrottaglie hanno ormai smaltito la delusione, ma il clima Mondiale si respira ovunque: inevitabile parlarne, impossibile non seguirlo.
C’è chi lo fa “da tifoso” come il Cuchu nerazzurro e chi saltella da una partita all’altra (“ho visto un tempo di una, un tempo di un’altra: le big però le ho seguite quasi tutte”, dice Legrottaglie). E Cassano, ha visto la nazionale di Lippi? “A dir la verità no, non ho potuto. Ho sentito solo il risultato. Io sono innamorato della maglia azzurra, ma visto che non si può, si deve tifare Italia e basta”.
Il clima Mondiale è contagioso, e si azzarda anche qualche pronostico. Cassano è fiducioso e vede la Nazionale “tra le prime quattro: Italia e Germania non vengono mai inserite tra le favorite, poi arrivano sempre lì. Per carattere, personalità, grinta. Le favorite però sono Spagna e Brasile”.
Concorda Legrottaglie che individua “quattro forze: Brasile, Argentina, Spagna e Inghilterra. Poi, al posto di una di queste, può subentrare una sorpresa: una tra Italia, Germania e Olanda. L’Olanda in particolare mi affascina. Soprattutto per la convinzione con cui arrivano alcuni giocatori che a livello di club hanno vinto tutto o quasi tutto: penso a Sneijder, Robben, Van Bommel. Saranno dei trascinatori per tutti gli altri”.
Le sorprese, secondo Cambiasso, arriveranno invece dal Sudamerica: “Mi intriga vedere che approccio avranno Cile e Paraguay. Sono squadre che nessuno si aspetta e che nelle qualificazioni hanno fatto cose sorprendenti. Storicamente sono di taglio difensivo, un po’ come l’Italia, ma ora hanno cambiato filosofia: pressano molto e hanno giocatori di qualità. Sarà una sorpresa: un po’ come se all’improvviso l’Italia si mettesse a giocare come la Spagna”.
Non convincono, invece, le africane “padrone di casa”. “Su tutte vedo la Costa d’Avorio – dice Cambiasso - però dipende molto da come sta Drogba”. Più duro Legrottaglie: “Secondo me è ancora presto per vederne una arrivare davvero in fondo. Ancora non ci siamo. Corrono corrono ma dietro almeno una palla-gol a partita te la concedono sempre”.
E l’Italia, vista da fuori? Ce lo dice Cambiasso: “L’Italia è sempre l’Italia”. Nonostante lo scetticismo degli italiani, che vedono il 2006 come un ricordo lontano? “Certo. L’ultimo che ha sollevato la coppa è sempre Cannavaro”.
Il Mondiale ha anche il potere di lanciare e rilanciare i giocatori. Cambiasso ha le idee chiare: “Ne dico uno che nessuno sta più nominando tra i principi del calcio, posto che Messi è il re. È Kakà: secondo me sarà lui il miglior giocatore del mondiale".
Legrottaglie è rimasto folgorato da Ozil ed elogia Chiellini ("in quel ruolo è il più forte che c'è in questo momento. Anche Mourinho l'ha cercato, e non è certo uno stupido").
Cassano, invece, ha occhi solo per Messi: “è il calciatore più grande della storia. Da tre anni è il più forte di tutti, e ha solo 23 anni. Ora voglio passare il turno preliminare con la Samp per giocare contro il Barcellona e contro di lui”.
I grandi esclusi sono però quelli che fanno più discutere. "Guardo l'Argentina, non vedo Zanetti e rimango impressionato - dice Legrottaglie - Con tutto il rispetto per chi scende in campo al suo posto, uno come Zanetti dovrebbe giocare a occhi chiusi". Poi una "carezza" a Cambiasso: "Veron è un grande, ma per come gioca l'Argentina potrebbe essere un problema. Lui rallenta il ritmo, gioca quasi da fermo e a livello di recupero non c'è: uno come Cambiasso non può mancare".
In ogni caso, l’anno prossimo, per tutti e tre, si riparte con nuovi allenatori. Per Cambiasso si riparte soprattutto dalla storica tripletta. Pericolo di appagamento dopo un successo atteso da anni? “Nessun pericolo. Altrimenti dovevamo essere appagati già dopo il primo scudetto: l’Inter non lo vinceva da anni ed è stata un’impresa storica. E ne abbiamo vinti 5 di fila”.
Anche Legrottaglie è già carico: “Sono anni che speravo che Del Neri potesse avere una chance del genere. Lui è uno che insegna calcio, tecnicamente è il numero uno. Ci darà la filosofia giusta per voltare pagina e iniziare anche a divertirci”. Magari tappando qualche falla in difesa. Un reparto che nonostante la stagione deludente ha fornito tre titolari alla Nazionale di Lippi: “E potevamo essere cinque!" – puntualizza il difensore bianconero.
Tocca a Cassano, che presto conoscerà Di Carlo: “Un bravissimo allenatore e come persona è ancora meglio. Se lo farò divertire? Io faccio divertire tutti i miei allenatori, nel bene e nel male”.
Ci arriverà dopo il matrimonio, con la testa a posto una volta per tutte: "Donne? Ho bruciato l'agendina due anni fa".