In serie A un solo nuovo extracomunitario e non più due

Calcio
Ronaldinho, campione extracomunitario del Milan
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Rivoluzione annunciata in campionato. La proposta della riduzione dei tesserabili passa in Consiglio federale, nonostante il parere contrario della nuova Lega di A. Critico il presidente Beretta: "Scelta che non risolve il problema"

Il nuovo corso dell'Italia del calcio parte con un decisione dal sapore antico, la riduzione da due a un extracomunitario tesserabile è infatti passata al Consiglio federale anche se la Lega di serie A non era d'accordo.

Dopo il fallimento dei Mondiali del 1966 la Federcalcio chiuse le frontiere agli stranieri; dopo il flop degli Azzurri di Lippi alla rassegna iridata del Sudafrica ha deciso di idurre da 2 a 1 il tesseramento degli extracomunitari nei campionati professionistici. Anche se il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha escluso al termine del Consiglio Federale una relazione di causa-effetto tra l'eliminazione al primo turno dell'Italia e la novità normativa, il tesseramento di un solo straniero (sempre in sostituzione di un altro, e quindi senza la possibilità di aumentare il numero attuale nell'organico societario), si inserisce proprio in quel progetto richiesto a furor di popolo per rilanciare le quotazioni del calcio italiano nel panorama internazionale. "La Lega di Milano non vuole ridurre il numero da due a uno. Bisogna avviare una politica che limiti gli stranieri e valorizzi i vivai", erano state le parole del presidente dell'Associazione calciatori, Sergio Campana, all'uscita dal Consiglio Federale in via Allegri.

"Questa decisione lascia l'amaro in bocca e non risolve il problema. E' fumo negli occhi e rischia di essere il topolino partorito dalla montagna". Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio di Serie A, uscendo dal Consiglio federale risponde così alle domanda sulla riduzione del numero di extracomunitari tesserabili in entrata nella prossima stagione. Da due, si passa ad uno. "La nostra posizione spingeva per restare con la situazione esistente, con la volontà di varare un progetto organico a più largo respiro", dice Beretta motivando il parere della Lega. "Non condividiamo questo approccio, perché il mercato è già aperto e si rischia di creare problemi a diverse società. Gli extracomunitari, tra l'altro riguardano quasi esclusivamente proprio i club del massimo campionato", aggiunge.