Tessera del tifoso: fa paura soltanto a chi fa paura

Calcio
Uno dei tanti striscioni apparsi in questi giorni contro l'iniziativa di Maroni
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La rivoluzione, proposta da Maroni e contestata dagli ultras fino all'assurdo assalto di ieri sera ad Alzano, di fatto colpisce solo i professionisti della violenza, gli scientifici interpreti della strategia della tensione. Ecco perché. FOTO E I VIDEO

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di MASSIMO CORCIONE

Chi ha paura della tessera del tifoso? La rivoluzione, proposta da Maroni e contestata dagli ultras fino all'assurdo assalto di ieri sera ad Alzano, di fatto colpisce solo i professionisti della violenza, gli scientifici interpreti della strategia della tensione che ha svuotato gli stadi italiani.

Siamo reduci da anni in cui l'Osservatorio del Viminale diramava settimanalmente liste di proscrizione che impedivano trasferte al seguito delle proprie squadre indiscriminatamente, parificando l'ultrà violento al tifoso più pacifico del mondo. Contava solo la residenza: il massimo della limitazione, e per certi versi anche dell'ingiustizia.



Che cosa accadrà con la tessera del tifoso? E' indispensabile per sottoscrivere un abbonamento, dà il vantaggio di ingressi preferenziali e sarà negata solo a coloro che hanno subìto condanne per reati da stadio. Stabilisce un rapporto diretto con il club, un rapporto anche di responsabilità. Chi non ha precedenti penali come teppista da stadio, potrà liberamente andare in trasferta, e tifare insieme agli altri nel settore riservato.

Chi non appartiene a questa civile categoria dovrà restarsene a casa, più o meno come accade (o dovrebbe accadere) a chi è colpito dal famigerato daspo, il provvedimento che vieta per i recidivi l'accesso a curve e tribune. Detta così, la tessera del tifoso fa paura, ma solo a chi da troppi anni genera terrore.