Gattuso: non abbiamo scuse, il Milan deve battere l'Inter
CalcioIl centrocampista rossonero a ruota libera: il mercato ("Sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato") ma anche la Nazionale, la tessera del tifoso, i guadagni, il futuro del pallone e il suo personale
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Rino Gattuso a ruota libera. Il centrocampista del Milan, in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica, parla della sfida del Milan, poi Nazionale, Champions, il sindacato, gli ultras, un futuro da procuratore e il Milan stellare. Il calciatore calabrese, sul nuovo Milan di Ibrahimovic e Robinho, confessa: "Sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato e in 5 giorni è cambiato tutto. Dopo questa campagna acquisti di Berlusconi non abbiamo più scuse, dobbiamo battere l'Inter. La Champions, invece, dipende da troppe variabili. Allegri? E' un allenatore che sa di avere 5 campioni in attacco, ma anche che non li può mettere tutti e 5 insieme. Il Real insegna".
Quel Mondiale disastroso - Si torna a parlare del disastroso Mondiale 2010. "Come a Berlino scrivemmo una grande pagina del calcio italiano, così a Johannesburg ne abbiamo scritta una infelice. E la responsabilità non è di Lippi. Se noi di Berlino abbiamo una colpa, è di non essere stati capaci di trasmettere il significato della maglia azzurra e del Mondiale a chi in Germania non c'era. Ho risentito Lippi ma solo per sapere come stava. Spero che un allenatore tanto grande non finisca così la sua carriera. Ha pagato la fede cieca in noi campioni del mondo? Eravamo 9 su 23: il problema non siamo stati noi. Ora sono rimasti De Rossi, Gilardino, Pirlo e da marzo Buffon. Pirlo non ha sostituti e per carattere lo vedo bene nel nuovo gruppo. Gigi resta un fenomeno, anche se faccio più fatica a vederlo in un nuovo spogliatoio. Prandelli è il ct giusto per la ricostruzione? E' adattissimo, una persona molto perbene, ha fatto la trafila del settore giovanile, ha esperienza ed è preparato. Oggi anche la nazionale delle Far Oer è organizzata. Come minimo devi correre quanto gli avversari, altrimenti perdi. La scelta della Figc di curare le squadre giovanili è la strada maestra".
Una proposta per il futuro - Gattuso ha una proposta. "Usare Coverciano come ha fatto la Francia. Si prendono i migliori 30-40 ragazzi dai 12 ai 16 anni, e li si fa crescere e studiare lì - spiega il centrocampista del Milan - condivido l'idea di Albertini delle squadre B dei grandi club in Lega Pro ma può bastare il ripristino del campionato riserve. Il codice etico di Prandelli è giustissimo, nessun gruppo in nessun settore va da qualche parte senza regole. La prima è il rispetto degli altri. Non è vero che in Nazionale manca un leader. Pirlo è un trascinatore sul campo e simpaticissimo nello spogliatoio. E se leader è chi si assume le responsabilità , De Rossi è un leader nato. Cassano e Balotelli non sono sopravvalutati, ma l'essenziale è che siano loro due a mettersi a disposizione del gruppo, non il contrario. Il problema è che i talenti italiani si contano sulla punta delle dita: Balotelli, Cassano che non ha più 20 anni, forse Giovinco. Si dà la colpa agli stranieri, ma ci sono campionati con molti più stranieri del nostro".
I guadagni dei giocatori - "Il calendario e lo strapotere dei club soffocano la Nazionale? E' un momento delicato, i club stanno provando anche a rivedere il contratto collettivo di noi calciatori, che dobbiamo combattere per difenderlo, come ha combattuto la generazione di Rivera. Da sindacalista Aic sono per lo sciopero? Io sono per sedersi a un tavolo. I superingaggi nascono dal mancato rispetto reciproco tra società . Se uno guadagna 100 e gli offrono 200, significa che il presidente A non ha rispettato il presidente B. E' un calcio a misura di tivù: valorizza il prodotto televisivo e non si occupa del resto. Perché uno dovrebbe andare allo stadio, magari a gelare di notte e d'inverno, invece di starsene in poltrona a vedere i minimi dettagli di una partita?".
La tessera del tifoso - Gattuso, sulla tessera del tifoso, spiega: "Ogni strumento che eviti incidenti è utile. Hanno criticato l'Osservatorio del Viminale. Ma se il prefetto della tale città sa che nella tale partita c'è il rischio di scontri tra le tifoserie, deve lasciare che si ammazzino di botte?". Sull'innesto nella Figc di Baggio, Sacchi e Rivera, dice: "Era ora che Rivera entrasse. Riva, Albertini, Baggio, Sacchi, magari Maldini: chi ha fatto la storia del calcio italiano ci deve restare. E' il suo posto".
Cosa farò da grande - Gattuso stava per andare all'estero. "Non voglio essere un peso per nessuno, volevo dimostrare che non sono finito. Poi Allegri, che giocava con me a Perugia, mi ha convinto a rimanere al Milan. Non mi andava giù di sentire che mi stavano facendo un piacere a comprarmi. A un anno e 7 mesi dal grave incidente al ginocchio, solo da 3-4 mesi rivedo la luce. Adesso ho voglia di zittire qualcuno. Col senno di poi, non andrei più alla Confederations Cup e non farei più il Rambo in tante occasioni". Infine ecco cosa c'è nel futuro di Gattuso. "Non lo so ancora: l'allenatore, il direttore sportivo, il procuratore. Qualunque sia il mio lavoro futuro, me lo dovrò meritare. Non voglio cancellare proprio nulla. Ringrazio Dio di tutto quello che ho fatto: anche le cose brutte sono belle".
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Rino Gattuso a ruota libera. Il centrocampista del Milan, in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica, parla della sfida del Milan, poi Nazionale, Champions, il sindacato, gli ultras, un futuro da procuratore e il Milan stellare. Il calciatore calabrese, sul nuovo Milan di Ibrahimovic e Robinho, confessa: "Sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato e in 5 giorni è cambiato tutto. Dopo questa campagna acquisti di Berlusconi non abbiamo più scuse, dobbiamo battere l'Inter. La Champions, invece, dipende da troppe variabili. Allegri? E' un allenatore che sa di avere 5 campioni in attacco, ma anche che non li può mettere tutti e 5 insieme. Il Real insegna".
Quel Mondiale disastroso - Si torna a parlare del disastroso Mondiale 2010. "Come a Berlino scrivemmo una grande pagina del calcio italiano, così a Johannesburg ne abbiamo scritta una infelice. E la responsabilità non è di Lippi. Se noi di Berlino abbiamo una colpa, è di non essere stati capaci di trasmettere il significato della maglia azzurra e del Mondiale a chi in Germania non c'era. Ho risentito Lippi ma solo per sapere come stava. Spero che un allenatore tanto grande non finisca così la sua carriera. Ha pagato la fede cieca in noi campioni del mondo? Eravamo 9 su 23: il problema non siamo stati noi. Ora sono rimasti De Rossi, Gilardino, Pirlo e da marzo Buffon. Pirlo non ha sostituti e per carattere lo vedo bene nel nuovo gruppo. Gigi resta un fenomeno, anche se faccio più fatica a vederlo in un nuovo spogliatoio. Prandelli è il ct giusto per la ricostruzione? E' adattissimo, una persona molto perbene, ha fatto la trafila del settore giovanile, ha esperienza ed è preparato. Oggi anche la nazionale delle Far Oer è organizzata. Come minimo devi correre quanto gli avversari, altrimenti perdi. La scelta della Figc di curare le squadre giovanili è la strada maestra".
Una proposta per il futuro - Gattuso ha una proposta. "Usare Coverciano come ha fatto la Francia. Si prendono i migliori 30-40 ragazzi dai 12 ai 16 anni, e li si fa crescere e studiare lì - spiega il centrocampista del Milan - condivido l'idea di Albertini delle squadre B dei grandi club in Lega Pro ma può bastare il ripristino del campionato riserve. Il codice etico di Prandelli è giustissimo, nessun gruppo in nessun settore va da qualche parte senza regole. La prima è il rispetto degli altri. Non è vero che in Nazionale manca un leader. Pirlo è un trascinatore sul campo e simpaticissimo nello spogliatoio. E se leader è chi si assume le responsabilità , De Rossi è un leader nato. Cassano e Balotelli non sono sopravvalutati, ma l'essenziale è che siano loro due a mettersi a disposizione del gruppo, non il contrario. Il problema è che i talenti italiani si contano sulla punta delle dita: Balotelli, Cassano che non ha più 20 anni, forse Giovinco. Si dà la colpa agli stranieri, ma ci sono campionati con molti più stranieri del nostro".
I guadagni dei giocatori - "Il calendario e lo strapotere dei club soffocano la Nazionale? E' un momento delicato, i club stanno provando anche a rivedere il contratto collettivo di noi calciatori, che dobbiamo combattere per difenderlo, come ha combattuto la generazione di Rivera. Da sindacalista Aic sono per lo sciopero? Io sono per sedersi a un tavolo. I superingaggi nascono dal mancato rispetto reciproco tra società . Se uno guadagna 100 e gli offrono 200, significa che il presidente A non ha rispettato il presidente B. E' un calcio a misura di tivù: valorizza il prodotto televisivo e non si occupa del resto. Perché uno dovrebbe andare allo stadio, magari a gelare di notte e d'inverno, invece di starsene in poltrona a vedere i minimi dettagli di una partita?".
La tessera del tifoso - Gattuso, sulla tessera del tifoso, spiega: "Ogni strumento che eviti incidenti è utile. Hanno criticato l'Osservatorio del Viminale. Ma se il prefetto della tale città sa che nella tale partita c'è il rischio di scontri tra le tifoserie, deve lasciare che si ammazzino di botte?". Sull'innesto nella Figc di Baggio, Sacchi e Rivera, dice: "Era ora che Rivera entrasse. Riva, Albertini, Baggio, Sacchi, magari Maldini: chi ha fatto la storia del calcio italiano ci deve restare. E' il suo posto".
Cosa farò da grande - Gattuso stava per andare all'estero. "Non voglio essere un peso per nessuno, volevo dimostrare che non sono finito. Poi Allegri, che giocava con me a Perugia, mi ha convinto a rimanere al Milan. Non mi andava giù di sentire che mi stavano facendo un piacere a comprarmi. A un anno e 7 mesi dal grave incidente al ginocchio, solo da 3-4 mesi rivedo la luce. Adesso ho voglia di zittire qualcuno. Col senno di poi, non andrei più alla Confederations Cup e non farei più il Rambo in tante occasioni". Infine ecco cosa c'è nel futuro di Gattuso. "Non lo so ancora: l'allenatore, il direttore sportivo, il procuratore. Qualunque sia il mio lavoro futuro, me lo dovrò meritare. Non voglio cancellare proprio nulla. Ringrazio Dio di tutto quello che ho fatto: anche le cose brutte sono belle".