Motta punge il City: "Non bastano i nomi per essere grandi"

Calcio
Marco Motta, difensore della Juventus, negli studi di Sky: "Inter e Milan da scudetto, ma noi dobbiamo sfruttare i loro errori"
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L'INTERVISTA. Così il terzino della Juventus sul prossimo avversario in Europa League. E sul campionato non ha dubbi: "Inter e Milan sono da scudetto, ma noi dobbiamo essere pronti a sfruttare i loro errori"

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di ALFREDO ALBERICO

E' uno degli ultimi arrivati in casa Juventus, ma Marco Motta ha già le idee chiare su quella che è la strada da seguire per cercare di riportare i bianconeri tra le grandi del calcio italiano e mondiale. "La parola d'ordine è equilibrio", ne è convinto il terzino ex Roma.

Equilibrio non solo in difesa, il suo reparto, quello che finora ha convinto meno nella formazione di Luigi Delneri: "Dobbiamo tenere sempre a mente quella che è stata la prova di Udine, la partita perfetta secondo me, alla quale ha fatto seguito la sconfitta contro il Palermo. Si è detto che in quell'occasione abbiamo giocato un buon calcio. Sì, ma un po' di attenzione è mancata anche quel giorno. Poi il Cagliari, e siamo passati nuovamente dalle stalle alle stelle...".

Allora qual è la vera Juventus?
"E' quella che sta cercando di far quadrare il cerchio dopo l'arrivo di almeno dieci nuovi elementi quest'estate. Rischio di essere retorico, ma il calcio è una cosa difficile e assemblare tanti pezzi di un team praticamente nuovo non è un fatto immediato. Vincere aiuta a vincere, questo ci permetterà di allinearci tutti alle aspetttative dei tifosi, della società, di un grande allenatore come il nostro".

Voi una squadra da ricostruire, il Manchester City da costruire. L'obiettivo, però, è lo stesso. Cosa pensi del prossimo avversario di Europa League?
"Che il City è la dimostrazione di come non bastano grandi nomi e grandi spese, circa cento milioni di euro se non sbaglio, per ottenere grandi risultati. Ma è chiaro che è un avversario di tutto rispetto e noi dobbiamo stare in guardia".

Quanto conta e quanto pesa avere un Agnelli alla guida della società?
"Prima parlavo del calcio come di una cosa difficile. Confermo, ma aggiungo che il bello di questo sport che amo tanto è che alla fine è sempre il campo a contare più di ogni altra cosa. Detto questo, il presidente porta un cognome che è la storia di questo club. Un peso quindi ce l'ha per forza. E' l'umiltà la cosa che mi colpisce di lui. E' ovviamente il primo tifoso, ma un tifoso particolare che vive la Juventus in mezzo a noi".

Dove arriverà questa Juventus?
"Sono dello stesso parere di Giorgio Chiellini. Inter e Milan sono da scudetto, noi invece dovremo farci trovare pronti se commetteranno degli errori. Sono abituato a fare i conti alla fine. E farò i conti alla fine sia per la stagione della squadra che per la mia. Con la certezza che il lavoro paga sempre".

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