Pioli: "Il Chievo non è contropiede-dipendente"
CalcioIl tecnico gialloblù rifiuta l'etichetta di una squadra che gioca ad attendere l'avversario e poi colpirlo in ripartenza, e rifiuta l'idea di una soggezione della squadra nei confronti del Bentegodi: "Una semplificazione troppo riduttiva"
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Il Chievo torna a giocare tra le mura amiche ma senza grandi entusiasmi. Se possibile, sono più le preoccupazioni che le gioie. Le due sconfitte in campionato sono giunte, infatti, contro Brescia e Lazio, entrambe corsare a Verona. Ora arriva il Cagliari che, crollo a parte contro la Juventus, in trasferta ha fatto vedere buone cose. Stefano Pioli però non ci sta a parlare di un Chievo versione trasferta, e rifiuta di credere in una sorta di maledizione al Benetegodi. "Si parla tanto di una nostra capacità a giocare in contropiede, a sfruttare le ripartenze e gli spazi, ma se andiamo a vedere solo la rete di Marcolini a Genova è giunta così, le altre sono arrivate sempre su azioni manovrate. No, questa etichetta di una squadra che gioca bene solo in trasferta è riduttiva".
Pioli sui sardi di Bisoli ha le idee chiare. "Ci assomigliano molto, soprattutto come impianto di gioco. Giocano con un trequartista dietro le punte, anche se il loro, Cossu, ha caratteristiche diverse rispetto ai nostri. Davanti hanno attaccanti molto bravi nei movimenti, nello sfruttare gli spazi, in particolare Matri. Direi che sconfitta con la Juventus a parte, hanno dimostrato anche una grande solidità offensiva. Insomma partita ricca di insidie, contro una squadra di valore. Ho visto in settimana la squadra molto concentrata, desiderosa di riscattare la sconfitta con la Lazio. Sono convinto che offriremo una bella prova".
Un Chievo che potrebbe non avere nel suo arco la freccia più importante, quella più incisiva, capitan Sergio Pellissier. "Non dovesse farcela - conclude Pioli - sarebbe certamente una grave perdita, perchè Sergio è un giocatore molto importante, ma questo è un gruppo di valore, la società mi ha messo nelle condizioni di non rimpiangere le assenze".
Il Chievo torna a giocare tra le mura amiche ma senza grandi entusiasmi. Se possibile, sono più le preoccupazioni che le gioie. Le due sconfitte in campionato sono giunte, infatti, contro Brescia e Lazio, entrambe corsare a Verona. Ora arriva il Cagliari che, crollo a parte contro la Juventus, in trasferta ha fatto vedere buone cose. Stefano Pioli però non ci sta a parlare di un Chievo versione trasferta, e rifiuta di credere in una sorta di maledizione al Benetegodi. "Si parla tanto di una nostra capacità a giocare in contropiede, a sfruttare le ripartenze e gli spazi, ma se andiamo a vedere solo la rete di Marcolini a Genova è giunta così, le altre sono arrivate sempre su azioni manovrate. No, questa etichetta di una squadra che gioca bene solo in trasferta è riduttiva".
Pioli sui sardi di Bisoli ha le idee chiare. "Ci assomigliano molto, soprattutto come impianto di gioco. Giocano con un trequartista dietro le punte, anche se il loro, Cossu, ha caratteristiche diverse rispetto ai nostri. Davanti hanno attaccanti molto bravi nei movimenti, nello sfruttare gli spazi, in particolare Matri. Direi che sconfitta con la Juventus a parte, hanno dimostrato anche una grande solidità offensiva. Insomma partita ricca di insidie, contro una squadra di valore. Ho visto in settimana la squadra molto concentrata, desiderosa di riscattare la sconfitta con la Lazio. Sono convinto che offriremo una bella prova".
Un Chievo che potrebbe non avere nel suo arco la freccia più importante, quella più incisiva, capitan Sergio Pellissier. "Non dovesse farcela - conclude Pioli - sarebbe certamente una grave perdita, perchè Sergio è un giocatore molto importante, ma questo è un gruppo di valore, la società mi ha messo nelle condizioni di non rimpiangere le assenze".