Prandelli pensa alla Serbia: troveremo gli occhi di tigre

Calcio
La Nazionale di Cesare Prandelli è rientrata in Italia in vista del match di Marassi con la Serbia
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Dopo lo 0-0 di Belfast, la Nazionale è rientrata in Italia per preparare il match di Genova: "Quando vesti la maglia azzurra quella forza ti viene spontanea. Voglio una squadra anche più offensiva, avrei preferito una Serbia non ferita"

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La Nazionale italiana è tornata in Italia, dopo il pareggio per 0-0 ieri a Belfast con l'Irlanda del nord, nelle qualificazioni a Euro 2012. Il charter decollato dal George Best Airport questa mattina, è atterrato all'aeroporto di Pisa alle 13.30, dopo due ore e mezza di un volo tranquillo, tranne una breve turbolenza. Gli azzurri in pullman si trasferiscono a Coverciano, dove nel pomeriggio è prevista una breve sgambatura. La preparazione per la seconda partita, martedì a Genova contro la Serbia, prosegue a Firenze: domani doppia seduta di allenamento, poi lunedì mattina a porte chiuse e nel pomeriggio trasferimento a Genova dove in serata è previsto l'allenamento a Marassi.

Un'Italia ineditamente offensiva, alla quale manca la zampata finale sotto rete: Cesare Prandelli ribadisce la sua analisi dopo il pari con l'Irlanda del Nord ma si dice sicuro che la sua nazionale saprà trovare la determinazione davanti alla porta. "Gli occhi di tigre? Quando vesti la maglia azzurra quella forza ti viene spontanea, non c'è bisogno di sollecitarla. Sono convinto che gli avremo anche noi", ha detto il commissario tecnico azzurro rievocando la definizione del suo collega della pallavolo Julio Velasco. "Non so - ha poi concluso Prandelli - se la mia Italia offensiva sia una rivoluzione, ma questo è il mio modo di intendere il calcio. Anzi, la voglio anche più offensiva. Un Cassano a intermittenza? A me basta e avanza, sfido chiunque a trovare un giocatore che in una partita abbia messo cinque palle gol, cinque assist puri. Se Antonio avesse anche la continuità giocherebbe da dieci anni chissà dove". In ogni caso il ct considera la partita del numero dieci positiva anche sotto altri profili. "Mi e' piaciuto anche per la posizione che ha ricoperto in campo, ha sempre tenuto la difesa avversaria ferma lì dove volevamo".

Maledetta la vittoria dell'Estonia in Serbia: non è un paradosso, ma una considerazione pragmatica in vista della sfida di martedì a Genova contro i serbi. "La vittoria dell'Estonia ci danneggia. Avrei preferito non incontrare una Serbia ferita. Quando una squadra di buon tasso tecnico subisce sconfitte del genere è ancora più determinata a ribaltare pronostici e giudizi. In ogni caso il risultato di Belgrado non mi ha stupito, il girone è molto equilibrato abituiamoci alle sorprese".

Le foto: risate azzurre nel ritiro